COMUNICATO DEL 10 03 2024

COMUNICATO Up, Patriots! 

 Un Appello alla Mobilitazione da Parte del Comitato per Pernate

 

Il Comitato per Pernate si rivolge alla comunità pernatese e non in un richiamo alla attività e alla vigilanza civica: la giunta regionale ha recentemente approvato un accordo di programma che autorizza, previa sottoscrizione da parte dei comuni di Novara e Galliate e della Provincia di Novara, la società Develog a procedere con il progetto di logistica a nord di Pernate. Questa decisione, presa con una disinvoltura che rasenta l'indifferenza, ignora una serie di criticità che non possono e non devono essere trascurate.

Primo tra tutti, c'è da sottolineare come questo processo si svolga a dispetto di un ricorso al TAR pendente, avanzato proprio dai cittadini di Pernate contro la propria amministrazione comunale, che ancora attende di essere calendarizzato. La decisione della giunta sembra riflettere un approccio "muscolare" che passa sopra al volere dei cittadini e si orientata unicamente a perseguire i propri fini senza considerare e discutere le legittime preoccupazioni sollevate dalla cittadinanza. Visto che la delibera votata dalla giunta recepisce anche la delibera 51/2023 del Comune di Novara, sarebbe stato più rispettoso dei poteri dello Stato attendere la risoluzione del contenzioso invece che passarci sopra.

Inoltre, l'area destinata allo sviluppo logistico non rispetta a nostro avviso i criteri di coerenza previsti dal Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC), in quanto manca di una vera intermodalità. La mera presenza di una strada di 8 metri non è sufficiente a giustificare l’intermodalità per un autentico sviluppo intermodale da ferro a gomma che non sussiste senza un raccordo ferroviario. Il destinare quest’area a un soggetto privato, (un tempo assegnata a CIM nel PRGC in quanto società compartecipata) è un “regalo” affidato da questa amministrazione senza una gara o un asta pubblica. Perché?

La nostra preoccupazione si estende anche agli impatti ambientali, che sembrano essere stati completamente trascurati. La giunta regionale, con un atto che appare preoccupantemente arbitrario, ignora tutte le osservazioni mosse negli anni e concede diritti di espropriazione a discapito di chi non intende cedere il proprio terreno, trasformando così un chiaro caso di profitto privato in una presunta pubblica utilità, privando chi dispone un terreno e non vuole vederselo coprire di cemento del diritto di disporre come meglio crede del proprio immobile. Un unicum nazionale che non possiamo accettare. Oltretutto un altro regalo al soggetto privato, scelto arbitrariamente, che non si dovrà nemmeno interfacciare con la classica contrattazione ma disporrà di una tabella (con prezzi che sono circa ¼ del prezzo di mercato attuale).

Il quadro si aggrava ulteriormente considerando che la coerenza del progetto con il PRGC, ormai scaduto, è stata autocertificata, in un tentativo palese di eludere le restrizioni imposte dal piano paesaggistico che sarebbero scattate in caso di variante. Questo metodo di "autovalutazione", si estende alle mancate verifiche sugli auto dichiarati compromessi di acquisto proposti dal soggetto sviluppatore (molti dei quali scaduti lo scorso anno), e solleva seri interrogativi sulla legittimità e sulla trasparenza dell'intero processo.

Di fronte a queste irregolarità, il Comitato per Pernate non può rimanere inerte. Stiamo organizzando una serie di iniziative e incontri pubblici per informare la comunità e prepararci a difendere il nostro territorio dalla cementificazione e il nostro diritto a un ambiente sano e a un'urbanistica responsabile. Vi invitiamo a rimanere vigili e a unirvi a noi in questo momento cruciale. Mantenetevi aggiornati attraverso i nostri canali di comunicazione per ulteriori dettagli sulle prossime azioni e sulla convocazione di eventi pubblici. È tempo di agire: per la nostra comunità, per il nostro ambiente e per il nostro futuro.

 

Uniti per Pernate,

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

 

COMUNICATO DEL 09 02 2024

COMUNICATO STAMPA

In apertura dell'articolo sulla cronaca politica locale di oggi, Novara che cambia, nuove sfide per industria e università, il Sindaco dipinge un quadro idilliaco della nostra città, quasi a volerci convincere di vivere nella migliore delle Novara possibili. Nel pezzo egli sembra assumere il ruolo di un moderno Pangloss trattandoci paternalisticamente come il Candido e, grazie anche all'assenza di contraddittorio, sembra riuscirci. Tuttavia, la realtà delle cose a volte si discosta notevolmente dalla visione ottimistica che l'amministrazione comunale vorrebbe trasmettere. È quindi per ristabilire una visione critica e oggettiva sull’ordine delle cose che andiamo a riportare quanto segue.

A Novara, la preoccupazione dei cittadini per la scarsa attenzione verso l'ambiente da parte dell'amministrazione non è ideologica come si legge ma è pratica e sentita. Ne sono prova le veementi proteste di Via Fara, le osservazioni (ignorate dalla amministrazione) di Legambiente contro la realizzazione dell'ennesimo parcheggio-ipermercato sull'area dell'ex macello, e il partecipato convegno sul consumo di suolo del 5 dicembre, che ha visto la partecipazione di uno dei massimi esperti sul tema, il Professor Paolo Pileri (già membro del comitato scientifico che revisiona la relazione Ispra) e il patrocinio degli Ordini di Architetti, Ingegneri e Agronomi (non invitati nella stesura del nuovo PRGC). L’organizzazione di quest'ultimo evento, da parte della Associazione La Torre Mattarella, e la sua folta partecipazione, data anche la giornata del suolo mondiale, rimarca ancora più chiaramente come i cittadini Novaresi abbiano a cuore l’ambiente.

La questione ambientale si estende anche alla gestione delle acque, con Acqua Novara VCO che ha dimostrato un'attenzione maniacale alla sostituzione dei misuratori ma al contempo scarsissima propensione nell'adozione di strumenti per la filtrazione di particelle di PFOA (specificatamente le cancerogene particelle PFOS rilevate da Greenpeace nelle acque di Galliate in concentrazioni che in altre nazioni non sono ritenute sicure per la salute umana[1]). O ancora nella depurazione delle acque reflue: la fognatura di Pernate, in particolare, è stata oggetto di una commissione consiliare specifica nel 2022, e aveva ricevuto promesse di un adeguamento alla normativa vigente entro 12-18 mesi, promesse che tutt’oggi si sono rivelate illusorie.

Passando al Ponte sul Terdoppio vogliamo riportare alcune osservazioni. Grazie alle relazioni tecniche reperite, si è venuti a conoscenza che le fessurazioni presenti sulla struttura del ponte avevano raggiunto i 3,97 mm già il 26 dicembre[2], un dato che evidenziava già a fine anno una situazione di urgenza non più trascurabile. Il Comune era dunque a conoscenza della necessità di un'imminente chiusura del ponte con un preavviso di almeno un mese prima dell'effettivo intervento.

Con tale preavviso riteniamo che la situazione poteva essere gestita in modo migliore a partire dalla comunicazione ai cittadini di questo nuovo disagio. Si sarebbe potuto sfruttare quell’intertempo per una pianificazione più efficiente e proattiva che coinvolgesse anche il trasporto pubblico. Il solo video emergenziale pubblicato su Facebook/Instagram dal sindaco, in cui delinea le possibili alternative stradali per la viabilità, non ha fornito una a nostro avviso una risposta istituzionale adeguata alle esigenze di mobilità della seconda città del Piemonte.

Il nostro Comitato aveva poi evidenziato, nei mesi di giugno e luglio, la problematica relativa all'illuminazione pubblica non funzionante nell'area stradale adiacente a CM S.p.A., così come il parcheggio indiscriminato di autoarticolati che ostacolano la circolazione stradale. Tali condizioni, aggravate dall'aumento del traffico dovuto alla chiusura del ponte, creano oggi una situazione pericolosa per i cittadini che transitano in Via Panseri.

La comunità di Pernate ha dimostrato grande senso civico e disponibilità nel segnalare problemi e malfunzionamenti, in uno sforzo continuo di collaborazione con le istituzioni. Tuttavia troppo spesso tali istituzioni latitano nelle risposte, nelle opere e nella attenzione ai cittadini.

Il Comitato per Pernate esprime ancora una la volontà di instaurare un dialogo costruttivo con l'amministrazione comunale tutta , allo scopo di affrontare e risolvere le molte criticità nel minor tempo possibile.

 

Comitato per Pernate

 

[1] https://www.greenpeace.org/italy/rapporto/20898/pfas-in-piemonte-125-mila-persone-potrebbero-aver-bevuto-acqua-potabile-contaminata-da-una-sostanza-cancerogena/

[2] Con una crescita media di circa 0.01mm/settimana

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

 

COMUNICATO DEL 9 12 2023

COMUNICATO

 

Nel cuore dell'area alluvionale del torrente Terdoppio, sorge ora un nuovo centro logistico, descritto da Massara ne La Stampa di oggi con toni che rasentano l'entusiasmo pubblicitario. Tuttavia, un'analisi più approfondita rivela una realtà ben diversa, in cui le promesse di sviluppo si scontrano con preoccupazioni ambientali e sociali di rilevante importanza.

Primo tra tutti, emerge il tema dello sfruttamento lavorativo nel settore logistico-alimentare, una problematica già osservata in contesti come quello di Esselunga a Biandrate[1]. Nonostante la tentazione di soffermarci su questo aspetto, è cruciale concentrarsi su un'altra minaccia che riguarda tutti: l'inquinamento atmosferico.

L'articolo vanta la piantumazione di 1000 noccioli di Piemonte, scelta agronomica già discutibile data la loro inadeguatezza alla pianura risicola della regione (sarebbero stati più indicati platani, pioppi o salici). Questa misura superficiale di mitigazione ambientale si scontra con la realtà: anche se queste piante sopravvivessero e raggiungessero la piena maturità (cosa non scontata visto il bosco compensativo amazon, ora steppa desolata), il sequestro di CO2 sarebbe di 58 tonnellate per pianta all'anno[2], per un totale di 58.000 tonnellate. Tale cifra, pur impressionante, impallidisce di fronte all'impatto del solo traffico veicolare generato dal centro logistico, che, secondo lo studio Blossom, ammonta a 625 mezzi al giorno[3]. Operando 6 giorni a settimana, ciò si traduce secondo i nostro calcoli in 139.375[4] tonnellate di CO2 emesse annualmente, ovvero 2.40 volte la CO2 sequestrata dall'impianto di nocciolo. Tutto questo senza considerare che il terreno cementificato contribuiva prima della realizzazione al sequestro di CO2.

Le cosiddette misure compensative si rivelano, quindi, non solo inefficaci, ma anche indicative di una priorità comunale più incline a raccogliere pochi fondi per infrastrutture minori (rotonde) piuttosto che salvaguardare la salute dei cittadini. Tale negligente approccio ambientale contribuisce a un gap termico attuale di 9.8 gradi tra aree rurali e quelle urbanizzate durante l'estate, aggravando anche la situazione delle polveri sottili e dei gas inquinanti.

Infine, è doveroso citare il report di ARPA (agenzia governativa dedicata alla protezione ambientale) sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) relativa alla documentazione tecnica del progetto logistico ratificato da opache agenzie private come Excellent. La relazione ARPA evidenziava:
Lo studio presenta uno scarso grado di dettaglio che rende non sempre possibile la verifica delle informazioni e dei calcoli riportati.

E ancora : lo studio di dispersione degli inquinanti, per i motivi sopra osservati, risulta non sufficientemente chiaro per una valutazione degli impatti, pertanto non si conviene con le conclusioni addotte che valutano gli impatti sullo stato di qualità dell’aria NON significativi per il territorio in esame oltreché “confortanti e migliorativi”. E infine lo studio non è adeguato alla valutazione della significatività degli impatti sulla Qualità dell’Aria, in quanto presenta scarso grado di dettaglio tecnico e refusi (cfr. pag.13) che non consentono la verifica dell’attendibilità delle informazioni riportate[5].

In conclusione, il progetto del nuovo centro logistico sul Terdoppio è lontano dall'essere solo una storia di successo ambientale e sociale, approfondendo si rivela un intricato groviglio di pericoli sottovalutati. Le comunità locali e l'ambiente ne risentiranno, a meno che non si intraprendano azioni concrete per invertire questa pericolosa tendenza.

 

[1] https://www.lastampa.it/novara/2023/10/08/news/protesta_e_tensioni_allhub_verso_lo_sciopero_generale-13724642/

[2] Granata, Mirko & Bracco, Francesco & Catoni, Rosangela. (2020). Carbon dioxide sequestration capability of hazelnut orchards: daily and seasonal trends. Energy, Ecology and Environment. 5. 153-160. 10.1007/s40974-020-00161-7.

[3] prot. Comune di Cameri n. 8192 del 29/04/2022, prot. Arpa n. 38817 del 29/04/2022

[4] https://8billiontrees.com/carbon-offsets-credits/carbon-ecological-footprint-calculators/truck-co2-emissions-per-km-calculator/#:~:text=A%20truck%20CO2%20emissions%20per%20km%20calculator%20reveals%20that,of%20CO2%20per%20annum.

[5] prot. Comune di Cameri n. 9347 del 16/05/2022, prot. Arpa n. 45051 del 17/05/2022.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

 

COMUNICATO DEL 3 11 2023

Il Torrente Terdoppio: un Potenziale "Nuovo Seveso" a Rischio di Cementificazione

 

Il Comitato per Pernate desidera attirare l'attenzione della cittadinanza e delle istituzioni sui gravi rischi ambientali e sulle conseguenze di una pianificazione territoriale miope che sta interessando l'asta del torrente Terdoppio, da Caltignaga attraverso Cameri e arrivando a Pernate.
Recentemente, abbiamo assistito alle drammatiche esondazioni sul Seveso, un campanello d'allarme che non può essere ignorato. Analogamente, il Terdoppio, già problematico nel suo corso attraverso il comune di Novara come segnalato dall'ADBPO, è ora soggetto a pressioni cementificatrici che negli ultimi due anni hanno sottratto ben 30 ettari di preziosa area alluvionale. Queste azioni rischiano di privare la golena di risorse fondamentali, compromettendo per sempre l'equilibrio del territorio.
La logica che guida questa trasformazione non tiene conto del sovraccarico potenziale del torrente, un rischio aggravato dai cambiamenti climatici in atto, che potrebbe trasformare il Terdoppio nel "nuovo Seveso", con conseguenze ancor più disastrose. Inoltre, il vantaggio economico promesso dalla logistica è effimero: pochi posti di lavoro, incerti e sottoqualificati, non giustificano lo scempio di risorse non rinnovabili.
Ci chiediamo cosa direbbe il pioniere della chimica novarese, l'Ingegnere Giacomo Fauser, di fronte a questa devastazione. Il suo spirito innovativo e parsimonioso nell'utilizzo delle risorse si contrappone drasticamente alla realtà attuale, dove il suo istituto, anticamente una culla di periti aeronautici, si prepara a formare magazzinieri per rispondere alle esigenze di una logistica volatile e precaria, che a Piacenza ha già dimostrato di poter plasmare prima l'educazione e il territorio secondo i propri desideri economici e poi ha abbandonato scatoloni vuoti al loro destino.
Un ultimo appunto riguarda il crocevia novarese sulla tratta Lisbona-Kiev, ancora riproposto mezzo stampa, che sembra ignorare le reali problematiche internazionali, come i lunghi tempi di transito (30 giorni calendariali via treno contro 1 settimana via nave) e le incompatibilità tecniche come lo scartamento ferroviario. Tali argomenti non sembrano interessare i fautori della cementificazione, che persistono in una narrazione superata e disconnessa dalle attuali sfide logistiche.
Il Comitato per Pernate si appella alle autorità competenti e alla cittadinanza affinché si adottino misure efficaci per proteggere il nostro territorio e garantire un futuro sostenibile per le generazioni future.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

 

COMUNICATO DEL 26 10 2023

Urgente Riflessione sul Consumo di Suolo in Piemonte

 

Il recente report pubblicato dall'ISPRA il 25 ottobre evidenzia un andamento preoccupante riguardo al consumo di suolo nella regione del Piemonte, in particolare nella provincia di Novara. Il preoccupante incremento della cementificazione e la perdita di suolo fertile sono fenomeni che richiedono un'attenzione immediata e delle azioni concrete per garantire uno sviluppo sostenibile.
Dai dati emerge chiaramente che la provincia di Novara, con la sua tendenza ad espandere insediamenti logistici in maniera caotica, mantiene un tasso di consumo di suolo notevolmente superiore alla media regionale. Al 2022, ha attestato un consumo di suolo pari all'11,14%, un dato nettamente superiore rispetto al capoluogo, Torino, che si attesta all'8,56%.
Questo divario si accentua ulteriormente quando si considera il suolo consumato per abitante. A Novara, sono stati sottratti 412 m2 per ogni cittadino, mentre a Torino il dato è poco superiore alla metà, 264 m2.
Tra il 2021 e il 2022, Novara ha cementificato ben 99 ettari di suolo fertile. Al confronto, province vicine come Vercelli e VCO hanno rispettivamente consumato solo 38 e 18 ettari. Anche se province come Cuneo hanno registrato un consumo di suolo maggiore in termini assoluti nel biennio, l'ampia estensione di Cuneo permette una distribuzione più diluita di tale consumo, registrando 2,59 m2 per ettaro di provincia. A Novara, il quadro è decisamente più critico con 7,39 m2 consumati per ogni ettaro della provincia.
Questi dati, preoccupanti per la provincia di Novara, sono un campanello d'allarme. La perdita continua di suolo fertile non solo mina la nostra capacità produttiva agricola, ma espone anche la regione a rischi ambientali e idrogeologici.
Rivolgiamo un appello alle amministrazioni, sia comunali che provinciali e regionali, affinché prendano atto di questi dati e intervengano con urgenza. Il suolo è una risorsa non rinnovabile e la sua tutela è fondamentale per garantire un futuro sostenibile alla nostra regione. Speriamo che questi numeri servano come monito e stimolo per adottare politiche più sostenibili e per frenare ulteriori danni al nostro prezioso patrimonio territoriale.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

 

COMUNICATO DEL 23 10 2023

Progetto logistico in provincia di Novara: il disappunto del comitato intensifica

 

Il Comitato Per Pernate esprime profondo disappunto in seguito alla decisione della maggioranza di "tirare dritto", evitando ogni tipo di confronto con i cittadini, per perseguire il progetto dell’insediamento di corso Vercelli che continuerà a consumare il nostro prezioso suolo. Ciò che risalta ancor di più è la totale mancanza di considerazione della volontà dei cittadini che questa primavera avevano riempito le strade del centro per dire basta al consumo di suolo e al cemento.

Il divario tra la giunta e la realtà del territorio è a nostro avviso ormai incolmabile. L’Assessore Valter Mattiuz, che oggi fa promesse di ampie compensazioni ambientali, è lo stesso che ha fallito nel far realizzare il bosco ad Amazon, la fascia naturalistica a TAV, la pista ciclabile a Decathlon e anche il bosco compensativo al polo Esselunga di Corso della Vittoria. L’elenco delle mancanze potrebbe essere ancora lungo ma ci fermiamo. Il Piano Regolatore Penelope citato poi dall’assessore sembra una chimera, destinata a materializzarsi solo quando non ci saranno più risorse da proteggere, in linea con la visione miope dell’attuale urbanistica.

I presunti rimedi proposti dalla giunta Canelli, come il Piano di Logistica Urbana Sostenibile, appaiono come meri palliativi, destinati a produrre più fumo per cercare finanziamenti che risultati concreti. Questi insediamenti logistici già stanno causando un aumento del traffico pesante intorno alla città, una problematica che anche il PUMS sembra completamente ignorare. La proposta di elettrificare e compartimentare il centro, che ospita solo il 6,7% della popolazione novarese, appare come un mero specchietto per le allodole. Non si può realisticamente aspettare una riduzione significativa né dell'inquinamento (peraltro monitorato in modo insufficiente) né del traffico, soprattutto considerando l'inevitabile aumento dei camion sulle arterie principali.

La logistica, erroneamente promossa dal sindaco al rango di "nuova industria", è in realtà un settore problematico e controverso. Come evidenziato dalle recenti inchieste di Report, e dai fatti di cronaca locale, questo settore è afflitto da pratiche di subappalto poco trasparenti e da una gestione che, troppo spesso, non risulta sempre regolare nei confronti dei lavoratori. Il mantra dei "posti di lavoro", spesso citato dal Sindaco Canelli, appare quindi sempre più come un miraggio. I dati parlano chiaro e non basta la continua e affannata citazione di Amazon a nascondere una realtà in cui la maggior parte dei centri logistici impiega manodopera non qualificata e sottopagata. Nonostante le affermazioni di Canelli, le statistiche ufficiali mostrano che questo settore è primo per consumo di suolo, ultimo per impiego di personale stabile e a Novara poi  rappresenta la principale causa di impermeabilizzazione del suolo fertile. Questa direzione comporterà un aumento delle temperature locali, un incremento del traffico, una problematica gestione delle acque reflue e un rialzo dell’inquinamento atmosferico.

Viviamo in un contesto distopico, dove il sindaco esalta la realizzazione di un capannone vuoto (in effetti non si sa nulla dell’effettivo utilizzatore) e dialetticamente demonizza l’ipotesi di una centrale elettrica come alternativa, senza considerare i reali benefici che una centrale potrebbe portare in termini di occupazione qualificata e duratura, e di ricchezza generata sul territorio.

In risposta a questa direzione preoccupante, il Comitato per Pernate desidera sottolineare con forza il suo impegno a fare tutto il possibile per evitare che tale scempio si estenda al nostro territorio. Ci opporremo con tutte le nostre forze, sia nelle sedi legali che sul territorio, in ogni modo possibile.

Chiediamo come sempre maggiore trasparenza, un vero confronto con la cittadinanza e una pianificazione urbana basata sulla sostenibilità e sul bene comune.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

 

COMUNICATO DEL 12 10 2023

Scelte Urbanistiche delle Amministrazioni Piemontesi: una Critica Costruttiva

 

Il contesto urbanistico in Piemonte rappresenta una delle problematiche più gravi e trascurate delle amministrazioni locali e regionali. I dati sono chiari e incontestabili: ogni rilevamento meteorologico indica che la Pianura Padana è una delle aree più inquinate d'Europa, una situazione confermata anche dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha rilevato violazioni continue ai valori limite UE sulle concentrazioni di PM10 nell'aria tra il 2008 e il 2017.

Le politiche attuate per contrastare l'inquinamento sono state, finora, vaghe e poco efficaci, confinate a slogan piuttosto che a azioni concrete. La Regione Piemonte ne è un esempio lampante, con la sua incongruenza nel proporre e poi abrogare lo stop delle vetture Euro 5.

Questo scenario è esacerbato dall'assenza di strategie strutturali di riduzione delle emissioni e di una visione energetica sostenibile. La spinta verso l'edilizia, in particolare per insediamenti logistici, specialmente nel territorio di Novara, non fa che aggravare la situazione. Novara a causa della logistica è al primo posto per consumo suolo in Regione e sesta nel paese, basti pensare che il solo comune di Novara ha consumato nel biennio 2020-2022 più ettari di suolo agricolo fertile della intera provincia di Vercelli! I tentativi di mascherare questo danno ambientale con operazioni di green washing come la Ecologistica proposta a Pernate o i Piani di Logistica Urbana Sostenibile sono a nostro avviso solo specchi per le allodole che evitano di affrontare il problema.

Questi insediamenti, scollegati e privi di infrastrutture adeguate, generano un inevitabilmente aumento del traffico pesante su strade non progettate a tale scopo; tale fenomeno ha portato ad un incremento allarmante degli incidenti mortali, come evidenziato dal +79% registrato nel 2022. Novara, con queste cifre, si piazza al terzo posto in Italia in questa macabra classifica. È sconcertante come le amministrazioni locali, anziché cercare soluzioni innovative e sostenibili, abbiano scelto di investire i denari del PNRR per una nuova strada a scorrimento veloce tra Vercelli e Novara, aumentando ulteriormente l'inquinamento e il traffico pesante, con ripercussioni dirette sulla salute dei cittadini.

Novara, crocevia degli assi Torino-Milano e Genova-Sempione, dai tempi dei romani non necessita di nuove infrastrutture che la trasformino definitivamente in un caravanserraglio sulla nuova via della seta. Le città con la qualità della vita più alta in Europa (L'Aia, come esempio) dimostrano che l'insistenza sulla logistica non è la chiave del successo. Questi insediamenti vedono il territorio e la forza lavoro come commodities; che la qualità dell’impiego sia migliorabile è altresì evidente anche dai recenti scioperi di Esselunga-Biandrate.

È essenziale a nostro avviso che le amministrazioni comprendano che la prosperità non si basa esclusivamente sulla logistica. Vi sono opportunità ad alto valore aggiunto, come la chimica verde, che dovrebbero essere esplorate. Il mancato stabilimento del polo green a Novara dell'Università del Piemonte Orientale (insediato ormai a Vercelli), è una testimonianza della occasione persa e della ridotta visione strategica verso una crescita ad alto valore aggiunto, sostenibile e qualitativa del territorio.

Il futuro del Piemonte dovrebbe essere costruito su una visione a lungo termine, su investimenti in tecnologia verde e sostenibilità, e non solo sulla logistica. La storia, il potenziale e la posizione geografica di Novara meritano ben altro.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

 

COMUNICATO DEL 30 09 2023

Riflessioni sulle Remunerazioni e sulle offerte di lavoro nella Logistica Novarese

 

Il recente articolo di Filippo Massara pubblicato su La Stampa il 27 settembre 2023[1] ha innescato una serie di riflessioni riguardanti lo stato del lavoro all’interno del settore della logistica Novarese. Nell’articolo viene declamato un aumento salariale del 21% rispetto al 2018. Tuttavia, quello che non viene riportato è che lo stesso quotidiano, in una precedente pubblicazione del 12 ottobre 2022[2], aveva chiarito che il 19% di tale aumento era il risultato di un nuovo accordo sindacale. Il rimanente 2% di aumento spontaneo di Amazon del 2023, che equivale a ben 50 euro, non copre nemmeno il tasso di inflazione annuale. Inoltre, questa percentuale impallidisce quando paragonata all'aumento dell'11% del fatturato italiano di Amazon[3].

Se gli stipendi fossero allineati con i profitti degli azionisti, gli incrementi salariali dovrebbero attestarsi intorno ai 255 euro. In termini reali, considerando l'inflazione, i lavoratori oggi risultano a tutti gli effetti più poveri rispetto all’anno precedente. È pertanto essenziale sottolineare quanto la distribuzione dei profitti aziendali sia diseguale, con il rialzo salariale che sembra risibile in confronto ai profitti che fluiscono verso gli azionisti.

In un contesto economico in cui grandi aziende come Amazon vedono crescere costantemente i loro profitti, è essenziale interrogarsi sul loro ruolo e sulle loro responsabilità nell'assicurare condizioni lavorative eque e stipendi proporzionati ai loro guadagni.

Il panorama ottimistico descritto da Massara ha suscitato il nostro interesse, portandoci ad indagare più a fondo sulla realtà occupazionale (e remunerativa) della zona. Abbiamo analizzato le diverse offerte di lavoro presenti sul territorio, con risultati illuminanti:

- UNIVERSO WORLD APL per il polo logistico di Trecate propone un contratto livello 6J per un facchino-movimentatore (diffidare da inglesismi) , con turni diurni e notturni, a 1360 euro lordi/mese. Non necessariamente uno stipendio degno di un polo del lusso come Kering SpA  che ha fatto segnare un + 14% di utili netti nel 2022[4].

- Un altro annuncio pubblicato su Facebook sempre per Trecate-Kering, offre un lavoro su turni con una retribuzione netta mensile tra "1100 € e 1500 €". Tralasciando l'irregolarità formale dell'offerta, ci sono dubbi sulla congruenza del salario netto in rapporto alla categoria 6J del CCNL. È particolarmente preoccupante poi che un benefit aziendale sia l'accesso ai boccioni d'acqua, dato che la messa a disposizione di acqua potabile per i lavoratori è un diritto[5].

- Adecco per Amazon-Agognate propone un contratto a 1713 euro lordi al mese, inferiore all'aumento declamato da La Stampa. L'annuncio specifica esplicitamente che i dipendenti dovranno maneggiare alcolici e carne di maiale, una precisazione che potrebbe avere a nostro avviso l'obiettivo implicito di scoraggiare candidature da parte di persone di fede musulmana.

- Infine, Amazon-Vercelli propone addirittura 1680 euro (inferiore a quanto dichiarato di pagare prima del 2022), con un annuncio rivolto inspiegabilmente ai padri di famiglia "motivati".

Questi annunci evidenziano non solo un divario salariale evidente tra il dichiarato mezzo stampa e il proposto, ma anche una mancanza di trasparenza e potenziali discriminazioni nel mercato del lavoro. La forma e il contenuto degli annunci pongono seri interrogativi sulla loro conformità con principi di equità e legalità.

Le omissioni giornalistiche rischiano di dipingere un quadro troppo ottimistico e distorto della realtà lavorativa, omettendo questioni cruciali quali la congruenza delle retribuzioni, la trasparenza delle offerte di lavoro e il rispetto della legalità e dell'equità nel processo di selezione.

È imperativo che i media riflettano con accuratezza lo stato attuale del mercato del lavoro, senza tralasciare dettagli significativi che potrebbero influire sulla percezione pubblica della realtà occupazionale. L’articolo avrebbe guadagnato in profondità e significato se avesse incluso una rappresentazione più completa e veritiera del panorama lavorativo, evidenziando le discrepanze, le irregolarità e le sfide che i lavoratori si trovano ad affrontare quotidianamente. Solo così potremo avere un dibattito pubblico costruttivo e informato sulla giustizia salariale e sulle politi

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

[1] https://www.lastampa.it/novara/2023/09/27/news/da_ottobre_amazon_alzera_gli_stipendi_dei_dipendenti-13477473/

[2] https://www.lastampa.it/novara/2022/10/12/news/aumento_dei_salari_anche_nel_sito_amazon_di_novara-11621453/

[3] https://finanza.lastampa.it/News/2023/08/04/amazon-outlook-positivo-dopo-secondo-trimestre-sopra-le-attese/OV8yMDIzLTA4LTA0X1RMQg

[4] https://www.ilsole24ore.com/art/kering-utili-14percento-performance-gucci-11percento-frena-ricavi-quarto-trimestre-AEithunC

[5] Allegato IV del D. Lgs.81/08 al punto 1.13.1

 

 

 

COMUNICATO DEL 20 09 2023

West-Nile virus e laghetti di compensazione

 

L’estate appena trascorsa è stata la prima in cui l’abitato del Novarese ha conosciuto i rischi che alcuni insetti possono portare alla salute umana[1].

Il virus West Nile ormai noto alle cronache locali è un arbovirus (famiglia che contiene anche Chikungunya, Dengue, Zika etc.) che appartiene alla famiglia Flaviviridae. Originariamente identificato in Uganda nella regione del West Nile nel 1937, il virus si è successivamente diffuso in diverse parti del mondo, compresi Stati Uniti, Europa e Medio Oriente. La malattia causata può variare da forme asintomatiche o lievi a condizioni più gravi che possono includere febbre, mal di testa, dolori articolari e, nei casi più gravi, encefalite o meningite.

Il principale vettore per la trasmissione del virus West Nile è la zanzara, in particolare del genere Culex.

Abbiamo avuto modo di notare come, a seguito delle prime infezioni, il comune di Novara sia stato molto solerte nel disinfestare caditoie e pozze d’acqua urbane ma poco o nulla si può ottenere se non si agisce sulla prevenzione e sulla corretta progettazione urbana e periurbana in chiave salubre. Anche le linee guida della Regione Lombardia riportano :

E’ importante sottolineare che la lotta alle zanzare effettuata con il solo ricorso a trattamenti insetticidi, in particolare nei confronti delle zanzare adulte (trattamenti adulticidi) oltre a risultare di modesta efficacia , può comportare gravi rischi per la salute pubblica”[2].

Il controllo dell’ambiente per la proliferazione di zanzare, come i siti con acqua stagnante, è un fattore chiave nella propagazione del virus. Da sempre l’uomo nella pianificazione dei suoi insediamenti ha realizzato manufatti per prevedere lo sgrondo delle acque e opere di bonifica per drenare le acque stagnanti che si trovavano nelle vicinanze degli insediamenti abitati.

Purtroppo la pianificazione urbanistica odierna sembra andare controcorrente prevedendo la realizzazione di vasti bacini di compensazione con acqua stagnante a ridosso delle abitazioni di Pernate, fatto che può contribuire significativamente alla proliferazione di zanzare e quindi al rischio di diffusione del virus West Nile. Ricordiamo infatti che le zanzare coprono distanze nell’ordine delle centinaia di metri arrivando in casi estremi anche a rasentare il chilometro. Posizionare un serbatoio di proliferazione continua a poco più di 100 metri (vedi foto allegate) non è una cosa sensata, a nostro avviso.

Nell'area T3b di Pernate è stato infatti recentemente proposto un enorme sviluppo logistico, supportato dalle autorità comunali, che prevede la creazione di bacini di compensazione ingenti (il più grande a ridosso dell’abitato supera i 10'000 m2) per trattenere e disperdere in falda le acque piovane (principio della invarianza idraulica). Come riportano le fotografie scattate in analoghi bacini di compensazione (Agognate e Cameri), l'acqua stagnante può nella stagione estiva rimanere putrida per giorni, creando un habitat ideale per la proliferazione di zanzare.

Tali bacini, come documentato dalle mappe che riportiamo in calce si troveranno a poco più di 100 metri dalle abitazioni (via spinetta, via mainini etc). e a meno di 230 metri dall’asilo infantile di Pernate. È paradossale il fatto che mentre esistono regolamenti provinciali che impongono distanze significative tra le risaie e le aree abitate per ridurre il contatto tra zanzare e uomo e quindi tutelare la salubrità degli insediamenti, non vi siano requisiti analoghi per questi laghetti di acqua morta.

La mancanza di un'adeguata considerazione per la salubrità delle aree attigue alle prospettate logistiche sollevano interrogativi sulla validità e sulla sostenibilità di tali progetti. È fondamentale che i cittadini, i gruppi di interesse e le istituzioni che vivono il territorio (tra cui la scuola materna i cui bambini si ritroverebbero a giocare all’aperto esposti a tale rischio) si facciano sentire per indurre una revisione dei piani.

La pianificazione urbanistica deve essere un processo inclusivo, che mette al centro il benessere della comunità e dell'ambiente. A nostro avviso sarebbe prioritario mantenere quest’area T3b all’attuale utilizzo agricolo per molteplici fattori: la coltivazione agricola garantisce la salubrità e la permeabilità delle acque meteoriche che non necessitano di bacini stagnanti. Le coltivazioni offrono poi una mitigazione naturale sulle polveri sottili provenienti dal traffico pesante autostradale e un raffrescamento naturale indotto dalla evapotraspirazione delle piante.

Siamo disponibili come sempre a un confronto serio, basato sui fatti.

 

[1]https://www.lastampa.it/novara/2023/09/19/news/west_nile_virus_seconda_vittima_di_questanno_nella_bassa_novarese-13316600/

[2] https://bernareggio-api.cloud.municipiumapp.it/system/attachments/attachment/attachment/1/2/2/7/3/6/2020_0029329_allegato_LINEE_GUIDA_ZANZARE_CON_ALLEGATI.pdf

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

COMUNICATO DEL 18 09 2023

COMUNICATO STAMPA
Urgono Azioni Concrete per la Qualità dell'Aria a Novara

In seguito alla recente pubblicazione dell'articolo su La Stampa datato 17 settembre a firma di Bressani, e alle ulteriori notizie che riguardano la problematica qualità dell'aria nel nostro territorio, il Comitato per Pernate esprime profonda preoccupazione e chiede azioni immediate.
Non possiamo considerare una vittoria il fatto che Novara abbia superato i limiti di polveri sottili solo per 38 giorni, magari confrontandoci con i vicini di banco a cui è andata leggermente peggio in qualche indicatore. La seconda città del Piemonte deve di più ai suoi cittadini, come progettazione del futuro. Ogni giorno in cui la qualità dell'aria è sotto gli standard è un rischio per la salute pubblica; a tal fine consigliamo di consultare il rapporto dell’impatto della qualità dell’aria sulla salute umana nella città di Novara. Un numero di decessi tra i 60 e i 90 per anno sarebbe evitabile se si rispettassero le soglie legali di particolato. Questa motivazione dovrebbe guidare gli assessorati competenti, non la classifica con il comune vicino. L’Unione Europea ha già emesso una procedura di infrazione contro il nostro Stato per la qualità dell'aria, nella valle del Po, un fatto grave che avrebbe dovuto dovrebbe spingere a interventi immediati anni fa, puntualmente disattesi. Le attuali misure palliative messe in campo dalle autorità locali si sono già rivelate in passato insufficienti.
Soluzioni temporanee e limitate geograficamente come il divieto della scorsa settimana non possono a nostro avviso risolvere un problema strutturale e persistente. L'incidenza predominante delle piogge nel miglioramento della qualità dell'aria è indice di una gestione insufficiente e inadeguata del problema da parte delle autorità locali. L'introduzione declamata dei bus a metano e i soli 10 km di piste ciclabili riportati dall’assessore non sono sufficienti per salvare i cittadini dalle patologie connesse all’inquinamento ambientale. Servirebbero investimenti seri su mezzi a impatto ambientale zero (una linea di tram o perlomeno di filobus) e un'infrastruttura ciclabile adeguata. Solo un trasporto serio veloce e efficiente permetterebbe ai cittadini di lasciare la automobile in garage. Anche la rete infrastrutturale ferroviaria andrebbe rivalorizzata come strumento di spostamento inter comunale per l’hinterland novarese. E' necessario quindi implementare una strategia a lungo termine che includa mezzi a vero impatto ambientale zero e che potenzi la rete ferroviaria esistente, attualmente sotto utilizzata.
La tendenza di queste amministrazioni a favorire la mobilità di merci e persone su gomma, anche attraverso progetti di nuove strade, è in netto contrasto con ogni logica di sostenibilità ambientale.
Infine il fatto che al momento operi una sola centralina di monitoraggio dell'aria è gravemente insufficiente per una grande città industriale. Ci appelliamo alle autorità competenti per l'installazione immediata di ulteriori centraline, soprattutto in aree di maggiore traffico pesante (secondo il DEC VIA 2000 CIM avrebbe dovuto installarne una, ad esempio).
Chiediamo quindi che le autorità prendano atto della gravità della situazione e agiscano con urgenza, mettendo in campo azioni concrete per la tutela della salute pubblica.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

COMUNICATO DEL 03 09 2023

COMUNICATO STAMPA

In risposta agli articoli pubblicati su La Stampa di Novara, in data 1 settembre , a firma di Marcello Giordani e Lorenzo Rotella, il Comitato per Pernate desidera fornire un approfondimento e alcune osservazioni critiche sulle tematiche sollevate.

Contraddizioni tra Centri Intermodali
1. Incongruenze nel Panorama Logistico: l'articolo di Giordani descrive un drammatico calo dell'attività al CIM di Novara, mentre l'articolo di Rotella, contemporaneamente, evidenzia un'ottimistica espansione al nuovo terminal intermodale di Agognate. Entrambi i centri utilizzano le stesse infrastrutture di trasporto, il che rende impossibile accettare senza una serie di motivazioni valide il fatto che uno prosperi mentre l'altro annaspi. Le dichiarazioni del presidente di CIM SpA Canavese riguardo alla scarsità di merce a Novara sono, a nostro avviso, non solo parziali ma anche potenzialmente fuorvianti. Le supply chain di settori chiave del territorio come aerospazio, chimica, agroalimentare, farmaceutica e petrolchimica continuano a operare efficacemente. Vale a dire che la rete industriale Novarese opera bene nonostante il Centro Intermodale Merci operi a regime dimezzato.
2. Fattori Non Menzionati: La chiusura del Gottardo a seguito di un grave incidente su un treno merci causato forse da un carro italiano, assolutamente non riportata dai media, ha certamente influenzato la situazione odierna. Tuttavia abbiamo avuto modo di verificare che già da fine maggio si sia registrato presso il Centro Intermodale Merci un notevole calo nel volume di casse e semirimorchi transitanti, determinando a volte anche la sospensione delle attività nei fine settimana, un fatto rarissimamente accaduto in precedenza. Forse, il centro soffre della concorrenza degli altri poli intermodali attigui, meglio infrastrutturati e connessi (disponibilità di gru a portale elettriche qui non installabili, collegamenti ferroviari diretti multibinario e non monobinario etc.).

Preoccupazioni Ambientali
3. Rivisitazione delle Priorità: Riteniamo che l'amministrazione comunale dovrebbe bilanciare il suo interesse tra i centri intermodali prosperi e quelli in difficoltà. Sul CIM di Novara vorremmo richiamare l'attenzione su serie problematiche, tra cui spiccano il trattamento delle acque del piazzale che rimane ad oggi inadeguato, specie per la qualità delle acque di seconda pioggia immesse nel torrente Terdoppio. Anche i collegamenti ferroviari da e per il centro meriterebbero più attenzione: tali collegamenti utilizzano il nuovo ponte costruito in difformità rispetto al suo progetto. Questa difformità rende la luce di passaggio non sufficiente rispetto alla piena massima creando quindi un ostacolo al deflusso delle acque in caso di emergenza.

Riqualificazione e Formazione
4. Strategia di Sviluppo Territoriale: è nostra intenzione rimarcare che sia bene che prima di procedere con ulteriori sviluppi e scellerate cementificazioni vadano considerate le riqualificazioni e rifunzionalizzazioni delle strutture esistenti e oggi sottoutilizzate o abbandonate. Valorizzare queste aree in stato di incuria è una soluzione più sostenibile che invadere nuovi terreni agricoli fertili. Soprattutto se tali aree sono ad alto potenziale agronomico e risultano strategiche per la ricarica delle falde acquifere utilizzate sia dalla agricoltura di pregio che dalla popolazione per gli usi domestici (risorsa in rapido esaurimento sul territorio!).
5. Focus sulla Formazione: La vocazione novarese prima che nella logistica e nella moda risiede nella metalmeccanica (valvole, rubinetteria, aeronautica), nella chimica (da Fauser al mater-bi) e nell’agroalimentare (riso, gorgonzola, prodotti da forno). Tali eccellenze dovrebbero essere guida nei percorsi di istruzione (tra cui gli ITS), sfruttando le risorse del polo universitario e delle imprese del territorio. Questi settori, va detto, hanno già dimostrato più volte in passato una maggiore resilienza e radicamento territoriale nei momenti di crisi, rispetto a moda e logistica per definizione pronte a spostarsi qua e là dove la congiuntura risulta più conveniente.

Il Comitato per Pernate resta a disposizione per ulteriori chiarimenti e per un dialogo costruttivo.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

COMUNICATO DEL 08 08 2023

Apprezzamenti e Perplessità riguardo ai lavori del Torrente Terdoppio e al Cavalcavia 25 Aprile

Il Comitato per Pernate esprime soddisfazione nel notare che SCR ha finalmente bandito i lavori del Torrente Terdoppio il 4 di questo mese. Questo rappresenta un passo importante nella direzione di assicurare un ponte sicuro per la nostra comunità nel prossimo anno.

Tuttavia, non possiamo nascondere le nostre preoccupazioni sulla volontà espressa dalla amministrazione riguardo alla decisione di iniziare i lavori solo dopo l'ultimazione di quelli sul Cavalcavia 25 Aprile. Date le condizioni critiche del ponte, sottolineiamo l'urgenza di una maggiore solerzia nella sua manutenzione. L'avvicinarsi della stagione invernale, con il rischio di piogge e conseguenti incrementi nella portata del torrente, potrebbe complicare ulteriormente i lavori che purtroppo non potranno essere aggiudicati prima del 1 ottobre (data chiusura bando).

Inoltre, non possiamo fare a meno di esprimere la nostra perplessità sul grande ritardo avuto da SCR nel bandire l'appalto. L'incarico, conferito a maggio, avrebbe dovuto condurre a un bando esposto in poco più di un mese. Questo ritardo non ha fatto altro che aggravare la situazione del ponte, già classificato con un elevato livello di pericolosità. Ci preoccupa la possibilità che, in presenza di ulteriori ritardi, le fessure presenti possano raggiungere la soglia critica, rendendo inevitabile la chiusura del ponte.

Rivolgiamo un appello alle autorità competenti affinché prendano in seria considerazione queste preoccupazioni, agendo con la massima tempestività e trasparenza per garantire la sicurezza e la mobilità dei cittadini di Pernate.

 

Rimaniamo disponibili per qualsiasi confronto costruttivo in merito.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato per Pernate

 

 

 

COMUNICATO DEL 21 07 2023

Il Ponte sul Fiume Kwai:
La Tragicommedia della Politica Locale

Sappiamo tutti quanto le infrastrutture tengano banco nel panorama delle politiche territoriali, specie quando si tratta di passare alla storia come gli audaci pionieri di qualche mirabolante progetto. L'ultima in ordine di tempo ci arriva dal Ponte di Oleggio, come raccontato in modo impeccabile da Filippo Massara su La Stampa.

La Lega Lombarda, annoiata dalle solite lamentele sugli strascichi burocratici e il lento passare dei giorni nulla di nuovo da annunciare, si è incontrata con la sua testa di ponte piemontese (sic!) a Palazzo Lombardia. Il fine? Discutere un oretta del famoso ponte di Oleggio, un argomento che sembra persistere nel tempo come una gomma da masticare attaccata alla suola di una scarpa dal 2004 (progetto dell’allora giunta Vedovato, ci ricorda Massara). Nota di colore: assenti non invitate ma più che giustificate le province di Novara (FdI) e Varese (indipendenti) vale a dire i veri rappresentanti titolati a parlare per l’area vasta ma più interessati a ponti che incidono davvero nelle loro rispettive aree di competenza.

La Lombardia, come la fidanzata annoiata che non alza più lo sguardo dal suo smartphone quando il Piemonte le parla, da anni dimostra di non avere interesse a spendere quattrini per la messa in sicurezza dei collegamenti con la sua regione confinante. È una storia vecchia come i ponti di Sesto Calende e Galliate, quest'ultimo, stampellato, è ridotto così male da interrompere il traffico veicolare durante il passaggio dei treni.

L'assessore Marnati, attivissimo sui social network con aggiornamenti in tempo reale dal BUR, rassicura tutti che le cose cambieranno. Si può quasi vedere il suo sorriso trionfale mentre sorseggia il caffè e promette il ponte che aspettiamo da più di 15 anni. Ma le parole suonano più come la promessa di un marinaio che altro.

Il suo asso nella manica? Canelli, che rappresenta solo un comune (nemmeno confinante) e non la provincia, e che si è espresso in favore del ponte, enfatizzando l'importanza per l'intera area.

Una politica al servizio della logistica sembra essere il loro mantra. I cittadini (i veri finanziatori dell’opera) possono sopportare disagi e pericoli, ma quando si parla di infrastrutture al servizio della logistica, allora sì, che si devono fare le opere pubbliche.

E mentre i politici disquisiscono di un futuristico ponte oleggese (senza però allocare cifre), rimane una questione aperta: cosa succede con il ponte stradale sul Torrente Terdoppio? Un ponte essenziale per i cittadini, ma che sembra essere completamente dimenticato nella frenesia di progetti più ambiziosi. SCR (controllata della Regione Piemonte) è stata incaricata a maggio e avrebbe dovuto bandire entro fine giugno, ma ad oggi tutto tace. Forse i ritardi si sono accumulati per via del nuovo codice degli appalti, uscito il 1 luglio.

Non capiamo la decisione del Comune di Novara (assessorato lavori pubblici) di dare priorità al cavalcavia 25 aprile rispetto al ponte stradale sul Terdoppio. Mentre il primo giaceva (e tutt’ora giace) sequestrato, i lavori sul ponte potevano partire subito (ricordiamo che il suddetto ponte è stato classificato un anno fa ad alta pericolosità). Oltretutto non è chiaro se la decisione di posporre il ponte al cavalcavia sia stata presa sull’analisi scientifica del traffico veicolare (considerando anche viabilità alternative come il ponte di Via Sozzetti quello di Corso Milano e la gronda nord etc.) oppure sia stata una decisione politica tout court. Non lo sappiamo, ma le crepe (e i rischi) crescono ogni giorno che passa.

E così, mentre i rappresentanti regionali continuano a discutere su progetti che coinvolgono altre regioni, vogliamo ricordare che potrebbe esserci altro di cui occuparsi: i ponti ferroviari sul Torrente Terdoppio in concessione a CIM SpA. L'ammirevole Consigliere Domenico Rossi ha fatto emergere in una interrogazione regionale che il nuovo ponte (realizzato con un contributo pubblico di 21 milioni del Ministero dei Traporti) non è stato costruito secondo progetto, creando quindi un ostacolo al flusso delle acque di piena, che a sua volta causa un aggravio di rischio a monte. Aree a rischio in cui la giunta novarese vorrebbe ancora realizzare l’ecomostro Novara Ecologistica a cui i cittadini di Pernate si sono opposti anche con un ricorso al TAR.

Approfondendo la questione, Rossi ha scoperto anche un altro dettaglio: il concessionario di queste infrastrutture avrebbe dovuto negli anni provvedere a effettuare le dovute pulizie dell'alveo. Ad oggi, non solo il nuovo ponte non è stato realizzato come dovrebbe, ma l’alveo è anche stato lasciato in balia di sé stesso, una vittima dell'abbandono e dell'incuria.

Forse, al posto di fantasticare sui ponti futuri, i nostri rappresentanti locali dovrebbero concentrarsi un po' più sul qui e ora, sulle infrastrutture che già esistono e che chiedono disperatamente di essere prese in considerazione.

E, nel frattempo, il consumo di suolo e la visione monopolistica della logistica continua a apparire in ogni discorso di questa amministrazione con il rischio di andare a depauperare la città di Novara delle sue ricchezze. Un esempio su tutti è la chimica verde: la scelta dell’allocazione in Vercelli del polo green dell’Upo per i nuovi corsi di Chimica Verde e Gestione ambientale e sviluppo sostenibile non fa che confermare un fallimento nel fare massa critica a Novara per valorizzare le proprie eccellenze. Una migliore pianificazione avrebbe messo a valore le aree degradate retrostanti il polo di farmacia e CTF in Sant’Agabio riqualificandole e mettendo la ricerca a sistema con le numerose imprese che si occupano di chimica nel polo industriale attiguo.

Non c'è mai un momento sbagliato per riflettere seriamente e cambiare rotta. Chissà, forse un giorno vedremo tutti questi ponti sistemarsi. Ma fino ad allora, ci rimane solo l'ironia della situazione.

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

Comitato Per Pernate

 

 

 

COMUNICATO DEL 16 07 2023

CARONTE

Caro Stefano Rabozzi,

 

Dopo aver letto il Tuo recente pezzo su "Il Soffio", ci è tornato alla mente un noto detto: "chi parla troppo, sbaglia molto". Da sempre noi del Comitato per Pernate crediamo fermamente nel potere del sorriso e dell'ironia, dunque, nell'animus di rispondere alle tue accuse pesanti e infamanti, cercheremo di condire il tutto con un po' di buon umore, sperando che non ti faccia troppo male.

Prima di tutto, vorremmo esprimere la sentita preoccupazione per la tua salute, Stefano. Il caldo di Caronte, che tu stesso citi, può essere pericoloso e, dal tuo ultimo articolo, si direbbe che ti sia avventurato al sole nelle ore più calde senza acqua o un cappellino. Forse un bel bicchierino d'acqua fredda, meglio ancora se accompagnato da un po' di fact-checking, ti avrebbe risparmiato un paio di papere clamorose.

Veniamo ai fatti. Nonostante la Tua vivace immaginazione, la discussione in consiglio a nostro avviso (e anche secondo l’opposizione) era necessaria in quanto il PRGC non prevedeva un polo logistico, ma un centro intermodale. Ma capiamo, "intermodale" è una parola difficile, specie sotto il sole cocente. Per quanto riguarda il destinatario individuato dal suddetto piano, ti assicuriamo, non siamo noi, bensì il CIM e non il primo sviluppatore che passa.

Ah, a proposito, ci risulta di aver organizzato nei mesi passati, mentre tu forse ti crogiolavi al sole, diverse attività quali una grande manifestazione, una raccolta firme, diversi gazebo, una serata con professori del Politecnico ed esperti, tra cui Luca Mercalli. Infine, abbiamo anche raccolto fondi per un ricorso al TAR già depositato qualche mese fa. Ma tranquillo, se vuoi possiamo offrirti volentieri un bel tè freddo e raccontarti tutto quello che ti sei perso per filo e per segno.

Per quanto riguarda il tuo rimando al momento di preghiera con l'ordine secolare francescano, cogliamo l’occasione per salutare con affetto frate Walter e la confraternita tutta. E ti ricordiamo, con lo stesso spirito fraterno, che stai facendo un pasticcio mescolando l'abbazia di San Nazzaro della Costa con il Sacrario della Bicocca. Capiamo, Stefano, le chiese ai tuoi occhi possano sembrare tutte uguali, ma la storia e la cultura del territorio non sembrano essere una tua forte. Non possiamo non esprimere una certa tristezza, ma ecco un breve riassunto a tuo uso e consumo. Fondata intorno al 1124, l'abbazia è un'ancora storica e spirituale che ancora oggi sostiene e arricchisce la nostra società. Il sacrario invece, che, come sa bene chiunque abbia dedicato, un minimo di tempo alla storia locale, è un luogo dedicato alla memoria dei caduti della battaglia del 23 marzo 1849 (no, non è solamente un viale). Pertanto, l'abbazia sorgeva già orgogliosa nel panorama locale, quando il cimitero attiguo, frutto del progetto dell'ingegner Orelli, realizzato successivamente all'editto di Saint Cloud, non era ancora nemmeno un lontano barlume nel futuro. Di fatto, sarebbe più corretto dire che è il cimitero a essere vicino all'abbazia, data la sua costruzione giusto alcuni secoli dopo.

Infine, un piccolo consiglio: il rispetto per i luoghi di preghiera e di storia è fondamentale. Forse, tra un'uscita al sole e l'altra, potresti fare una piccola deviazione e visitare l'abbazia. Siamo sicuri che un po' di contemplazione potrebbe ispirarti per il tuo prossimo articolo. È fonte di profonda riflessione, nostra, il constatare come l'insufficiente conoscenza del territorio, la superficiale familiarità con la sua storia e la mancanza di riconoscimento per i suoi luoghi di pregio rappresentino troppo spesso i presagi inquietanti di un'avanzata del cemento e di un'irreparabile devastazione paesaggistica.

Per finire, non sappiamo da dove tu abbia agguantato l'idea che il nostro comitato sia diviso. Forse, come un cane da trifola, hai scovato un boccone inesistente. Ti assicuriamo, Stefano, che nel Comitato non c'è nessuna spaccatura, ma solo una forte coesione di intenti. Puoi venire a controllare di persona, se vuoi.

Speriamo che il tuo prossimo articolo sia un po' più accurato, Stefano. Nel frattempo, se volessi venire a trovarci per sincerarti della nostra compattezza vorremmo regalarti un cappello di paglia firmato da tutti i componenti del comitato, che speriamo possa proteggerti dal calore e dall'eventuale insorgere di ulteriori "colpi di calore giornalistici".

Un saluto cordiale, e un consiglio: non dimenticare di bere.

 

Tuo, in ironia e buonumore,

 

Comitato Per Pernate

 

 

 

15 07 2023

COMUNICATO

In risposta all'articolo apparso oggi sul sito specializzato Trasporto Europa intitolato "Il Cim di Novara decolla con i nuovi binari del terminal", a firma di Piermario Curti Sacchi, desideriamo porre alcuni punti all’attenzione della cittadinanza. Accogliamo con favore l'intenzione di Hupac Spa di investire nelle infrastrutture ferroviarie del Cim di Novara, dopo quattro anni di inattività, e desideriamo fornire ulteriori spunti e considerazioni.

In particolare, vogliamo porre l'attenzione sul ponte ferroviario sul torrente Terdoppio, il cui costo di realizzazione è stato sostenuto con un contributo pubblico di 21 milioni di euro dal MIT (delibera CIPE 21/12/2002). Una perizia del 2017 della Procura di Novara, redatta dal professor Pilotti, ha evidenziato alcune criticità concernenti l'intradosso delle travi a supporto del nuovo ponte, vale a dire gli elementi strutturali che per primi interferiscono con la corrente di piena. Si è riscontrato infatti che l'altezza dell'intradosso è inferiore di circa 65 cm rispetto al progetto approvato. Tale discrepanza, stando alla perizia, unita alla variazione delle pendenze del torrente attuata durante la realizzazione dei rinforzi spondali fa sì che il ponte non sia conforme alle normative e non permetta il deflusso della portata centennale. L’aver realizzato il ponte in modo difforme e più basso del progetto comporta, sempre secondo la perizia, un aumento della probabilità di ostruzione del ponte da parte di detriti galleggianti, con evidenti ricadute negative sulla possibilità di esondazione e allagamento dei territori circostanti.

È importante sottolineare che questa perizia sia rimasta ignorata fino a questa primavera, quando è stata riscoperta e portata all’attenzione anche grazie alle interrogazioni del solerte consigliere Domenico Rossi.

Abbiamo appreso, dalle risposte fornite, che il Settore Tecnico Regionale, fino alla richiesta di informazioni in merito all'interrogazione citata, non era a conoscenza dell'esistenza di tale perizia. Così come queste importanti risultanze erano state ignorate durante la stesura della mappa di rischio alluvionale, in quanto basata esclusivamente su risorse documentali (documenti di progetto) difformi dalla realizzazione del manufatto. Sarebbe auspicabile che il beneficiario della concessione provvisoria di esercizio di tale ponte si adoperasse di concerto con la regione per sanare tale rischio cogente.

Riguardo al vecchio ponte ferroviario, di cui l'AIPO aveva già decretato l'abbattimento (in quanto acclarato insufficiente dal punto di vista idraulico) poco vi è di nuovo. La vecchia amministrazione societaria eccepiva alla sua demolizione sostenendo che fosse indispensabile a seguito dell'introduzione di nuove norme ferroviarie, dimenticando però di citare le suddette norme. Tuttavia, ci preme sottolineare che i binari già da diversi anni sono stati rimossi e tutti i collegamenti interrotti. Riteniamo sia importante sanare tale vulnus.

Infine, vorremmo che fossero ottemperatele clausole sottoscritte durante la stesura della concessione temporanea di utilizzo del ponte mono-binario. Rifacendoci alle interrogazioni di Rossi, abbiamo notato come il concessionario, Cim, fosse incaricato della pulizia biennale dell'alveo e della redazione di una relazione semestrale sullo stato del torrente in quel segmento. Purtroppo, dalla gestione Hupac, l'alveo in corrispondenza del ponte non è mai stato pulito dal marcato deposito ghiaioso oggi presente che arriva a ostruire parzialmente una pila.

Siamo sempre aperti a un confronto sano, pubblico e basato sui fatti. Riteniamo che sia di fondamentale importanza garantire la sicurezza e il corretto funzionamento delle infrastrutture ferroviarie, al fine di tutelare il territorio e i cittadini. Invitiamo tutti gli attori a considerare le nostre osservazioni e a intraprendere le azioni necessarie per garantire la corretta gestione e manutenzione.

 

 

Comitato Per Pernate

 

 

COMUNICATO DEL 12 07 2023

PIRATI VENUTI DA VARESE

Novara, 12 luglio 2023

In risposta all'articolo apparso oggi sul quotidiano La Stampa intitolato "Malpensa chiama Novara: tra l’aeroporto e il polo logistico un rapporto sempre più forte", a firma di Lorenzo Rotella, desideriamo esprimere la nostra profonda preoccupazione riguardo alle affermazioni fatte e ai punti trattati.

In primo luogo, è evidente l'impreparazione degli amministratori nel delineare scenari futuristici di sviluppi congiunti. Le infrastrutture stradali che collegano le due aree sono sature e si basano su ponti vecchi e insicuri. A Galliate, ad esempio, è ormai necessario chiudere il transito stradale quando passa un treno. Il ponte di Oleggio poi rappresenta un pericolo costante a causa del suo stato di incuria e rischio. Aumentare il traffico pesante su strade già congestionate con infrastrutture così precarie è una decisione sciagurata. Non comprendiamo come gli amministratori locali, che da anni non riescono a programmare la manutenzione delle infrastrutture esistenti si occupino invece con estrema diligenza di far consumare suolo fertile per il profitto di pochi privati. Non riteniamo soddisfacente questo comportamento che tralascia i bisogni reali dei cittadini e mette in vetrina il territorio per investitori privati.

Ricordiamo che il Comune di Novara ha un tasso di consumo di suolo primo in Piemonte, consumando da solo più suolo fertile nel biennio 2020-2021 di tutta la provincia di Vercelli.

Inoltre, l'articolo dà per scontato che il polo di Pernate sia un fatto consolidato, il che è totalmente errato. L'iter non è neanche iniziato e le aree non sono nemmeno state acquisite dall’ipotetico sviluppatore. Anche se non viene riportato l’unica cosa reale ad oggi è il ricorso al TAR promosso dai cittadini tramite autotassazione che mette in discussione la proceduta adottata dalla giunta comunale di un documento considerato peraltro non vincolante dalle stesse parti coinvolte.

L'asserita contiguità con il centro intermodale è inesistente. Il nuovo sviluppo si baserà esclusivamente sul trasporto su gomma utilizzando le arterie stradali (congestionate) esistenti. Non esiste alcun impegno vincolante fino ad oggi tra gli sviluppatori e il centro intermodale, poiché si tratta a tutti gli effetti di due business differenti.

Il consumo di suolo non è una querelle ambientalista vezzosa, ma una protesta legittima dei cittadini contro la loro amministrazione. Come dimostrato durante convegno tenutosi al Teatro Civico di Oleggio il 5 luglio u.s. organizzato da Oleggio Grande le conseguenze di questo agire rappresentano una minaccia concreta per l'aumento delle temperature locali (incremento locale di O3), creando il fenomeno delle isole di calore che danneggiano la salute pubblica. Ci sono anche gravi e conclamati rischi per l'assetto idrogeologico, con una diminuzione delle acque di falda e un aggravio dell'impermeabilizzazione a Pernate, che già soffre di ampie carenze nella gestione degli eventi meteorici. Senza parlare dell'impatto negativo generato dal traffico pesante in termini di inquinamento da polveri sottili e ossidi di azoto (NO2 e NOX). Tutto ciò è supportato da una ampia mole di dati scientifici, ma l'amministrazione locale è sorda a qualsiasi forma di contradditorio, agendo unicamente in base a diktat e prendendo come verità assoluta un piano regolatore obsoleto e inesatto nelle previsioni.

A chi giova tutto ciò? Un retroporto low-cost collegato alla bell’e meglio potrebbe essere vantaggioso per Malpensa, ma davvero Novara ambisce solamente a diventare il magazzino per un aeroporto dal futuro incerto? Fa sorridere leggere che il valore aggiunto della logistica a Trecate sia rappresentato dalla vicinanza all’aeroporto, cosa che permette giornalmente di rifornire i duty free con abbigliamento e profumi. Speriamo onestamente che ciò sia solo una boutade di cattivo gusto.

I Pirati venuti da Varese (per citare una celebre canzone di Van de Sfroos[1]) sono gli stessi che anni fa hanno spinto per un secondo hub internazionale in Italia (unicum in Europa), costruendo una cattedrale che ora cercano disperatamente di mantenere in vita. I presunti vantaggi commerciali di questa proposta sono tutti sulla sponda lombarda, mentre Novara si accontenta di lavoro precario sottopagato, consumo di suolo fertile ad alto valore agronomico (Eccellenza riscola? Capitale green?) infrastrutture decadenti, strade congestionate e inquinamento.

Le promesse fatte dagli amministratori sono rimaste sempre sulla carta, come la stazione dell'alta velocità e il collegamento veloce con Malpensa. La realtà, difficile da accettare per politici novaresi, è che Milano ha da tempo scelto lo scalo di Linate e lì sta investendo in infrastrutture per il traffico passeggeri, come l'ampliamento della pista e la metropolitana M4 che garantisce un collegamento rapido con il capoluogo. Questi fatti dimostrano ai nostri locals che, quando si vuole, le cose si fanno.

Inoltre, non comprendiamo cosa abbia a che fare la Faco con un carburante che attualmente è permesso solo come additivo in miscela al 20% e di certo non sembra avere un futuro promettente, considerando tutti i progetti sull'idrogeno attualmente in corso dai due maggiori costruttori di velivoli[2],[3]. I nostri amministratori arrivano tardi con progetti tecnologicamente superati, come nel caso dei biocarburanti per auto, e si approfittano della mancanza di un contraddittorio locale serio per portare avanti scelte irrazionali. Attualmente, l'utilizzo di biocarburanti vegetali in aviazione civile non viene sfruttato perché, dal punto di vista economico i costi del materiale, le prestazioni ottenibili e la manutenzione aggiuntiva non lo rendono competitivo rispetto al JET A-1. Alcune aziende petrolifere (Eni) ambirebbero a raggiungere una miscela fino al 50%, ma i costruttori di motori (Overall Engine Manufacturers: Rolls, GE, Pratt) non hanno manifestato ad oggi alcuna intenzione di apportare nessun investimento per attuare le modifiche necessarie ai propulsori, poiché impegnati nello sviluppare altre tecnologie in accordo con le direzioni identificate dai maggiori costruttori di aeromobili (Overall Aircraft Manufacturers tra cui, come riportato sopra, Airbus).

Speriamo che queste puntualizzazioni all’articolo possano portare chiarezza sui problemi reali che affliggono Novara e il suo territorio. Chiediamo come sempre un confronto sano, pubblico e basato sui fatti, nel quale vengano prese in considerazione le preoccupazioni dei cittadini e si lavori per un futuro sostenibile e prospero per l'intera comunità.

 

[1] Yanez, Davide Van De Sfroos, 2011.

[2] https://aviationweek.com/aerospace/emerging-technologies/boeings-sustainability-studies-widen-hydrogen-regional-concepts

[3] https://www.airbus.com/en/innovation/low-carbon-aviation/hydrogen/zeroe

 

 

COMUNICATO DEL 25 06 2023

LAUDATO SI'


La Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Novara San Nazzaro ha cominciato alcuni mesi fa l’approfondimento della vicenda di Pernate, grazie all’incontro con un consigliere comunale che da tempo si occupa della vicenda, e ha di conseguenza  deciso di inserire tra gli impegni del prossimo anno sociale, quello dello studio del tema della giustizia climatica, e della partecipazione a iniziative e campagne locali nell’ambito della tutela attiva dell’ambiente anche attraverso la costruzione di relazioni con le realtà associative che sul territorio si impegnano su questo front.

Per avviare questo percorso, si è deciso per sabato 24 giugno di dare vita ad un primo incontro di conoscenza reciproca tra la fraternità e il Comitato per Pernate.

Dopo una breve sosta di benvenuto da parte del Comitato per Pernate e del Presidente dell'Associazione I Fontanili di Pernate vi è stata una introduzione da parte del Comitato per descrivere il paesaggio pernatese e nefasti scenari che potrebbero interessare l'area a Nord dell'abitato di Pernate: cemento e capannoni per logistica!

Si è poi provveduto ad andare nelle campagne per toccare con mano e apprezzare la bellezza del luogo, dove Angelo Sesana ha descritto l’area ripercorrendone la sua storia, dall’epoca romana ai giorni nostri. All’ombra di una quercia, per ripararsi da Fratello Sole, successivamente Frate Walter insieme alla fraternità riunita ha recitato i vespri della sera.

 

 

 

Partendo dalle parole dell'Enciclica di Papà Francesco Laudato si’, Fra Walter ha ricordato a tutti come il rispetto del creato e della natura siano un valore per un buon cristiano, per tramandare quello che ci è stato dato ai nostri figli così come noi lo abbiamo ricevuto in dono, senza farci annebbiare la vista dalla avidità e dalla cupidigia.

Una bella esperienza che ci ha ricordato quanto di bello nostro Signore ci ha donato (terra, acqua, aria), e che noi abbiamo dovere di preservare, far fruttare e tramandare ai nostri figli senza distruggere o rovinare la già martoriata nostra Madre Terra.

Un ringraziamento speciale va quindi a Fra Walter, a tutta la fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Novara San Nazzaro e a tutti coloro i quali sono intervenuti per questa edizione agreste e molto partecipata dei vespri. Una bella esperienza che ci riporta indietro nel tempo e che vogliamo sicuramente sia un punto di partenza ripetere. Vogliamo fare nostre le parole di ieri e rimanere vicini alla nostra Madre Terra, ai nostri cuori e a tutto quanto di bello ci è stato tramandato

A presto e grazie, di tutto

 

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA


Comitato per Pernate                          Associazione I Fontanili ODV

 

 

COMUNICATO DEL 09 06 2023

CORSI E RICORSI


Nel 1863 a Gettysburg, Abraham Lincoln ebbe modo di dare una delle più belle definizioni di democrazia: il governo del popolo, dal popolo, per il popolo .
Centosessanta anni dopo la situazione non pare più rosea. Nel borgo di Pernate un nutrito gruppo di cittadini sta manifestando vivacemente contro la volontà di un privato di costruire un centro logistico a pochi metri dalle case cancellando un polmone verde di circa 1 milione di metri quadrati. Il Comitato Per Pernate da ben 18 anni si occupa della tutela e della salvaguardia delle aree verdi di Pernate contro la cementificazione promossa nel Piano Regolatore di Novara.
Solo questi ultimi 6 mesi sono state avanzate obiezioni costruttive, sono stati organizzati numerosi gazebo informativi, raccolte migliaia di firme, organizzata una grande manifestazione a cui ha aderito gran parte della società civile e regolarmente si tengono seminari e convegni in cui esperti del mondo accademico sostengono le ragioni dei Pernatesi.
Il governo locale, come una sfinge, enigmatica, tace. L’unico confronto lo hanno avuto in questi giorni quando la Giunta ha deciso di unirsi a Develog nell’opposizione al ricorso dei cittadini di Pernate.
Andiamo ai fatti.
Negli ultimi giorni di maggio la Srl di sviluppatori immobiliari ha depositato una memoria, che sembra scritta da tecnici urbanisti locali, contro il ricorso promosso dai cittadini. Con un tempismo folgorante pochissimi giorni dopo la Giunta, fino ad allora dormiente, procede accedendo agli atti e prefigurando la sua discesa in campo al fianco della società privata di immobiliaristi.
La amministrazione, quindi, sembra intenzionata a ricorrere contro i suoi stessi cittadini (che si sono autotassati per portare avanti le loro ragioni) difendendo il profitto di una Srl. Non un brillante esempio di democrazia.
Nel frattempo i Pernatesi vedono le loro strade abbondantemente allagate ad ogni acquazzone a causa di una situazione idraulica già definita insufficiente dallo stesso gestore (vedasi commissione Ambiente del 22 Novembre) che verrebbe ad aggravarsi irreparabilmente. Mentre in alto ci si sta interrogando di chi sia la proprietà del tombino saltato domenica sera a causa della eccessiva pressione nella rete fognaria, i Pernatesi hanno appena ricevuto la bolletta dell’acqua in cui, loro malgrado, si troveranno ancora a pagare un disservizio sistemico.
Per non parlare del Ponte di Corso Trieste sul Terdoppio che rientra in classe di pericolosità ALTA dal maggio del 2022. Abbiamo appreso da La Stampa che il suo rifacimento slitterà dopo l’apertura del cavalcavia XXV Aprile, il cui inizio lavori è dato (o meglio, sperato) per settembre. I Pernatesi quindi dovranno sopportare pazientemente il disagio di un ponte a singola corsia e il rischio potenziale di vederselo chiudere, qualora le fessurazioni dovessero aggravarsi.


… Il governo del popolo, dal popolo, per il popolo...

 

 

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA


Comitato per Pernate                          Associazione I Fontanili ODV

 

 

COMUNICATO DEL 26 05 2023

GRAZIE


Il Comitato per Pernate e l’Associazione I Fontanili ODV intendono ringraziare la cittadinanza che ieri ha raccolto l’invito a partecipare alla serata con il Dott. Mercalli e il Prof. Pileri per discutere di Consumo di suolo a Novara.
La partecipazione di un numero così importante di cittadini, ben oltre le nostre aspettative ci ha rincuorato sulla sensibilità che questa città sa porre nella gestione del bene comune spronandoci ulteriormente per le attività future.
Vogliamo ringraziare i relatori che hanno saputo trovare il tempo, le parole e la maniera per sviscerare un tema così delicato in modo così approfondito e comprensibile.
Un grazie speciale va anche alla Fondazione Faraggiana che da sempre si fa promotrice attiva della divulgazione di cultura sul territorio. Senza il vostro aiuto non sarebbe stato possibile ottenere questo risultato.
Un grazie va anche a Italia Nostra e in particolare a Guido Peagno che come sempre ha introdotto, coordinato e moderato magistralmente una serata complessa.
Non ultimo vogliamo ringraziare tutte le associazioni ambientaliste (Legambiente, Pro Natura, Comitato DNT, Appello Ambiente e molte altre) che ci seguono e ci supportano in questo cammino di difesa e valorizzazione del Territorio.
Vogliamo scusarci con quanti non hanno trovato posto ieri sera; la affluenza è andata oltre a ogni ben più rosea aspettativa e faremo tesoro della lezione imparata per i prossimi incontri. Ci scusiamo anche per i collegamenti da remoto, non sempre ottimali, che verranno migliorati nelle prossime serate. È nostra intenzione continuare a permettere a chiunque di seguire e a trasmettere online i contenuti integrali. Caricheremo la intera registrazione sul nostro canale YouTube e sui social nei prossimi giorni.
Ancora grazie a tutti per il caloroso supporto e un arrivederci alla prossima iniziativa.

Insieme, possiamo farcela,

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA


Comitato per Pernate Associazione I Fontanili ODV

 

 

COMUNICATO DEL 02 04 2023

VOX POPULI

 

 Etimologicamente la parola politica deriva dal greco politikḗ, e il suo significato è l’arte (o la tecnica per usare un termine dibattuto oggi) che attiene alla città.

Ieri, quindi, i Cittadini di Pernate e di Novara, partiti in bicicletta in una bella giornata primaverile, passando nei campi coltivati nella zona nord e attraversando il degrado del centro intermodale (con camionisti che prendevano l’acqua per lavarsi nella roggia della Radici chimica!) hanno fatto politica.

Si sono occupati, con un sopralluogo di documentare lo stato dell’arte, lo sviluppo proposto da chi, dall’alto di una torre eburnea, non vuole confrontarsi e non vuole argomentare, se non solo tra selezionati invitati e solo in saloni medioevali il venerdì sera.

I suddetti cittadini (abitanti della Polis) hanno poi manifestato, insieme agli altri cittadini di Novara, a esponenti della Politica Locale e Nazionale e a chi tutela i lavoratori contro questo tipo di sviluppo. C’erano anche i sindacati, che ringraziamo, a portare una voce dal basso contro chi “brucerebbe i campi” per un posto di lavoro, spesso sottopagato e senza i diritti basilari.

Il Comitato ringrazia tutti quelli che hanno deciso di partecipare alla manifestazione e portare pacificamente il proprio pensiero (non dissenso ma proposta alternativa) a chi dovrebbe amministrare (democraticamente) la città (o la Polis). È stato un bellissimo momento di democrazia e libertà, e di questo vi siamo infinitamente grati.

Fanno riflettere le parole, apparse oggi su La Stampa dell’Architetto Vallino di Confindustria: “Le aree disponibili sono diminuite di 2,8 milioni di metri quadri negli ultimi due anni. Se oggi arriva un’azienda manifatturiera che vuole insediarsi qui, non sappiamo dove può andare. Le stiamo girando su Vercelli”. Leggiamo che a queste parole, precise e puntuali, il sindaco Canelli ha risposto quanto segue: “A Novara se vuole arrivare un’azienda manifatturiera c’è posto. O c’era fino a poco tempo fa. Certo che se passano gli anni e nessuno si fa avanti, chi prima arriva meglio si accomoda”.

Logistica e Manifattura, caro Sindaco, non portano né lo stesso know how né la stessa ricchezza alla città. Costruire Aerei, sintetizzare Polimeri Bioplastici o produrre formaggi esportati in tutto il mondo non equivale a impacchettare merce estera. Ci dispiace che la pianificazione della città sia fatta in maniera così superficiale e semplicistica, spesso affidata a persone poco formate. Le decisioni che ora si stanno prendendo si ripercuoteranno nella Novara del 2050 e oltre. Usare una logica di Assalto alla Diligenza (chi prima arriva meglio si accomoda) è sbagliato e dannoso per il futuro. Perché non fermarsi e pianificare lo sviluppo anche andando a privilegiare alcuni settori strategici e ad alto valore aggiunto (no, Sindaco, la logistica non ha un alto valore aggiunto)?

Come sempre siamo a disposizione per portare il nostro contributo,

Comitato Per Pernate

 

COMUNICATO DEL 26 03 2023

LETTERA APERTA

 

  Cari concittadini,
prima di tutto, grazie. Grazie di averci sostenuto materialmente e moralmente in questo percorso accidentato iniziato a febbraio. Senza il vostro aiuto, non avremmo nemmeno portato a termine la metà di quello che abbiamo fatto, insieme. Dai sit-in davanti al comune, alle interrogazioni consiliari, alle serate organizzative, ai gazebo, tutto è stato fatto perché sentiamo e sentivamo il vostro supporto.

Il percorso che ha portato al deposito del ricorso al TAR è stato un momento importante. Chiedere in questo periodo alle famiglie di auto-tassarsi per portare avanti questa battaglia legale non è stato semplice e vi ringraziamo per il contributo fondamentale che ha reso possibile questo unico esempio di cittadinanza attiva. La battaglia sarà lunga e forse ci sarà bisogno ancora del vostro aiuto, ma siamo fiduciosi che si possa vincere alla fine.

Vogliamo anche chiedere scusa a chi si è presentato sabato con documenti e donazioni pronto a ricorrere in prima persona. Purtroppo, la macchina organizzativa non ha potuto accettare queste sottoscrizioni, ci dispiace. Abbiamo mancato di comunicazione efficace, sicuramente. Ma questo è perché siamo uno sparuto gruppo di volontari che sta conducendo una battaglia da 18 anni dedicandogli gran parte del proprio tempo libero. Sicuramente non siamo dei professionisti, ma ci impegniamo al 200%. Ci saranno altre occasioni e chiunque voglia unirsi e dare una mano è ben accetto.

Quest’anno siamo cresciuti e intendiamo farlo ancora per rendere la nostra attività più efficace e anche, a volte, meno manchevole. Dateci una mano, insomma, anche partecipando alla riunione serale del giovedì in cui si discutono gli aggiornamenti legali e gli sviluppi. Questa primavera continueremo, pacificamente, a portare avanti l’idea che si possa fare a meno di questo ecomostro, a partire da sabato 1° aprile con una manifestazione a cui chiediamo di aderire a tutti: famiglie, ragazzi, adulti ed anziani. Facciamoci sentire in modo festoso per dimostrare con una bella camminata le nostre intenzioni.

A presto e grazie, di tutto
Comitato Per Pernate                                     Associazione “I Fontanili di Pernate O.D.V.”

 

COMUNICATO DEL 09 03 2023

VUOTI PER PIENI

 

Novara, l' 8 marzo 2023 assurge alle cronache nazionali per il sequestro del cantiere della nuova tangenziale a seguito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano che ipotizza i reati di traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture e gestione di rifiuti non autorizzata. Stando alla Procura è emerso che alcuni rifiuti speciali venivano impiegati come riempimento senza aver subito un trattamento adeguato e conforme alla legge[1].

Non stupisce né il reato né il sequestro che anzi confermano come questo modus operandi sia endemico e nocivo oltre ogni limite per l’ambiente e per le persone che lo vivono. Non essendoci una separazione fisica tra il sottosuolo e questi materiali nocivi ci chiediamo quali effetti essi possano avere, negli anni a venire sulle acque di falda, sulla cittadinanza che ci si abbevera e sulle coltivazioni che le utilizzano tale risorsa preziosa.

Ricordiamo anche che recentemente un Esposto della Associazione La Torre Mattarella[2] ha segnalato alla Procura della Repubblica di Novara come anche nella logistica in costruzione attigua alla nuova tangenziale, nel Comune di Cameri, siano stati osservati sbancamenti anomali e imponenti (più di 5 metri di profondità) nelle aree di compensazione ambientale. Tali sbancamenti sono stati effettuati nel mese di dicembre, prima del rilascio dei permessi (era presente solo una CILA per l’abbattimento del rudere). Il riempimento, stando all’esposto di cui sopra, è avvenuto con l’apporto di materiale proveniente da fuori sito e di natura non precisata.

Durante la realizzazione di insediamenti logistici spesso vengono effettuati sbancamenti come quello di cui sopra che possono arrivare anche a 5-6 metri di profondità. Il fine è quello di estrarre ghiaia in situ, spostare il terreno di coltura e rialzare il piano campagna al piano strada (a Pernate questo comporterebbe il rialzamento di più di 1 metro). Il vuoto ricavato viene poi colmato, portando a livello desiderato con materiale esterno. Vogliamo far riflettere la cittadinanza che ci segue che sul rischio rilevante che occorrerebbe se tale comportamento fosse attuato a Pernate: il riempimento con quei materiali comprometterebbe per sempre sia le falde acquifere per l’irrigazione che i pozzi per l’acquedotto con un nocumento incalcolabile.

Riteniamo quindi sia preferibile sospendere ogni iniziativa di questo tipo e preservare questa importante fascia cuscinetto ad alto valore agronomico e sistemico.

 

Comitato Per Pernate

 

 

[1] Rifiuti speciali, sotto sequestro il cantiere della tangenziale di Novara La Stampa 8 Marzo 2023, Fabio Milanese.

[2] Esposto Cascina Ceppo depositato il 17 Febbraio 2023 dalla Associazione La Torre - Mattarella

 

COMUNICATO DEL 28 02 2023

IL PALLOTTOLIERE

 

 

Dicesi pallottoliere l’arnese nel quale sono disposte in più file parallele delle palline di materiale e colore vari, scorrevoli su fili metallici (di solito 10 file di 10 palline ciascuna), per compiere calcoli elementari[1].

Alla luce dei dati snocciolati ieri in seduta consiliare dall’assessore riteniamo che questa Amministrazione debba al più presto dotarsi di tale moderno arnese. Andiamo con ordine. L’Assessore ha dichiarato che tutti i dati che questa giunta va fornendo in merito allo sviluppo logistico sono stati forniti dallo sviluppatore (uno speculatore immobiliare) e che l’amministrazione non ha verificato in nessun modo la veridicità di tali numeri. Un ottimo inizio, basato sull’antico e mai tramontato criterio di auctoritas, se non che in questo caso l’autorità citata ha interessi troppo forti per essere creduta sulla fiducia.

Apprendiamo dalla risposta dell’assessore che:

  • Il 4 aprile 2022, stando alle informazioni di parte dello sviluppatore, 95 proprietari su 103 avrebbero firmato preliminari di compravendita (preliminari che stante alle nostre visure scadevano il 31 gennaio 2023);
  • Oggi, 28 Febbraio 2023 stando a quanto rivela lo sviluppatore i preliminari rinnovati sono solamente 85 con un saldo negativo di 10 contratti relativi a proprietari che, visto scadere il preliminare, hanno deciso di non rinnovare.

Basandoci su informazioni inoppugnabili il Comitato Per Pernate può affermare che nel Luglio 2022 Develog riportava di avere opzionato con un preliminare di compravendita il 68% della superficie totale (opzione in scadenza il 31/01/2023) con un 5% dichiarato in corso di stipula (affermazione non chiara e non provata).

Se per assurdo credessimo (ciecamente) a quello che dichiara lo sviluppatore stesso dovremmo assumere che con 95 proprietari su 103 registrati detenevano il 68 % della superficie totale. Va da sé che perdendone 10 sono quasi sicuramente scesi sotto i due terzi della superficie complessiva che permetterebbe di attivare il piano esecutivo convenzionato[2],[3].

Quello che suggeriamo a questa amministrazione è un maggiore approfondimento delle norme regionali e una valutazione indipendente dei requisiti che ha o non ha uno sviluppatore immobiliare quanto si presenta alla porta con un piano strategico basato su compromessi a orologeria.

Esponenti della maggioranza hanno riportato spesso[4], come giustamente ha ricordato lo stesso Assessore, a mezzo stampa dati non verificati direttamente.

Questo fatto potrebbe indurre alcuni maligni a pensare che questa giunta si stia spingendo ben oltre il marketing del territorio[5] sfiorando la market manipulation (inconsapevole).

In soldoni: il comunicare attraverso una posizione istituzionale a mezzo stampa dati di parte non acclarati (omettendo la fonte e la non-verifica del dato) posti al pubblico in modo tale da convincere della ormai certezza dell’operazione[6] potrebbe aver esercitato una pressione indebita sui restii a vendere. Ovviamente le nostre sono solo supposizioni, e per questo raccomandiamo a tutta la giunta prudenza nel riportare in futuro dati non accertati onde non turbare con la propria elefantesca auctoritas il libero (finora almeno) mercato immobiliare.

Siamo a disposizione,

 

Comitato Per Pernate

 

[1] https://www.treccani.it/vocabolario/pallottoliere/

[2] art. 43 L.R 56/77 nelle porzioni di territorio, non ancora dotate in tutto o in parte di opere di urbanizzazione, in cui, ai sensi  nell'articolo 32, il PRG ammette la realizzazione delle previsioni di piano, i proprietari, singoli o associati che, in base al reddito imponibile catastale, rappresentino almeno i due terzi del valore degli immobili interessati dal piano esecutivo possono presentare al comune progetti di piani esecutivi convenzionati, con l'impegno di attuarli, anche per parti

[3] Il tutto assumendo, grossolanamente, una uniforme valorizzazione delle particole dell’ambito.

[4] https://www.lavocedinovara.com/cronaca/nuova-logistica-in-citta-il-sindaco-pernatesi-tranquilli-continuerete-a-vedere-il-monte-rosa/        https://www.newsnovara.it/2022/04/04/leggi-notizia/argomenti/politica-19/articolo/contro-il-maxi-insediamento-logistico-la-battaglia-del-comitato-di-pernate-e-del-centrosinistra.html

[5] https://www.anci.it/canelli-il-compito-principale-del-sindaco-attrarre-investimenti-per-il-proprio-territorio/

[6] Non è stata divulgata la superficie opzionata (2% sopra la soglia nel luglio2022) ma il numero di proprietari che avevano sottoscritto in modo da far sembrare i rimanenti una sparuta minoranza

 

COMUNICATO DEL 19 02 2023

LA LEGGE SONO IO

 

Apprendiamo dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa che per la amministrazione comunale l’insediamento logistico di Pernate si farà nell’area T3b perché così prevede la normativa di Piano. Ammiriamo il rispetto della legge secondo solo al più famoso Catone il Censore. Soprassediamo però sul fatto che, quando c’è stata  la volontà politica, l’amministrazione ha già inciso in passato e sta incidendo fortemente sul PRGC . Il Comitato intende suggerire altre norme su cui concentrare la propria azione e le proprie energie, prima di cementificare Pernate.

Per prima cosa ricordiamo che il Comune di Novara da ormai quasi 4 anni disattente all’adeguamento del Piano Regolatore al Piano Paesaggistico Regionale[1]. Attendiamo con ansia di conoscere perché il secondo capoluogo della regione non intende perseguire questo importante documento di salvaguardia ambientale, emanato nel lontano 2017 il cui recepimento era richiesto dalla Regione entro il 2019.

Vogliamo anche segnalare come il PRG destini le aree dell’ambito T3b a Nord di Pernate a area intermodale (ferro gomma) esplicitandone il destinatario, CIM. Lo sviluppo proposto non è coerente a nostro parere con la previsione urbanistica di piano (lo sarebbe nell’ambito T2,ad esempio). Quindi a rigor di logica servirebbe una variante per riassegnare questa destinazione e non uno strumento urbanistico esecutivo.

La possibilità di espropriare, esplicitamente riportata nel Piano strategico adottato con la delibera 51 era prevista un tempo per pubblica utilità derivante dalla tipologia di insediamento (intermodale) prevista. Non capiamo come una dichiarazione riportata nel piano strategico di messa in esercizio di affitto a 48 € / m2  a soggetti terzi privati possaconfigurare una fattispecie di pubblica utilità.

Anche sui 95 firmatari, di cui si è parlato in una intervista, ci sarebbe da ridire. Stando alle informazioni in possesso del comitato almeno 12 dei 95 avrebbero ritirato il loro impegno una volta scaduti i termini del compromesso (31 luglio prorogato al 31 gennaio). Non tutti i terreni sono stati venduti, quindi. Serve fare chiarezza per valutare se effettivamente vi sono i numeri prima di procedere.

Ma ritornando al PRGC, non possiamo che notare che sulla stessa mappa pianificatoria è ancora segnata una infrastruttura di messa in sicurezza del Torrente, lo Scolmatore. Ora, se il PRGC vale per edificare è legittimo ritenere che valga anche per la salvaguardia del Torrente e degli insediamenti abitativi limitrofi. Ci preme infatti di ricordare all’assessorato all'urbanistica che entrambi i ponti ferroviari di CIM SpA non permettono ad oggi il passaggio della portata di piena centennale con un franco sufficiente[2], e questo non lo dice solo il presente Comitato ma una perizia del Tribunale di Novara.

Inoltre, il nuovo ponte ferroviario, oggetto di un programma di rifunzionalizzazione proprio nell’accordo strategico approvato con la delibera 51/2023, è stato realizzato in disaccordo con il progetto. Doveva avere un intradosso più alto del suo predecessore e invece esso risulta essere più basso. Lo stesso perito, infatti, nelle sue rilevazioni:

si deve sottolineare che la presenza di un ponte [il nuovo ponte ferroviario n.d.r.] con impalcato che interferisca con la corrente è causa di rigurgito a monte e di esondazione in corrispondenza del manufatto. Inoltre, l'assenza del franco minimo può tradursi in un’amentata probabilità di ostruzione del ponte ad opera di detriti flottanti con evidenti ricadute negative sulla possibilità di esondazione ed allagamento dei territori circostanti

E’ altresì anomalo e sinistro che si sia potuto costruire un manufatto in disaccordo con il suo progetto e che esso sia oggi in esercizio corrente, con questi presupposti.

Con una situazione del genere sarebbe saggio sospendere tutte le realizzazioni dei parcheggi in area alluvionale proposte nella delibera 51/2023 da parte di CIM Spa (che sono anche gli interventi trainanti per la logistica su Pernate, peraltro). Sarebbe più opportuno, a nostro parere, occuparsi maggiormente del rispetto delle normative inerenti a questo delicato aspetto e concentrarsi sulla messa in sicurezza del Torrente prima di pensare di cementificare in maniera selvaggia.

Siamo a disposizione per aiutare.

Summum ius summa iniuria!

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

Comitato Per Pernate

 

[1] B.U.R. n. 42 del 19 ottobre 2017, Supplemento Ordinario n. 1

[2] Normativa Pai

 

COMUNICATO DEL 17 02 2023

I SOLITI IGNOTI

 

L’Architetto Urbanista Marco Bozzola in una sua pregevole conferenza sosteneva che il primo step per antropizzare un territorio agricolo era costruire una strada. Evidentemente queste amministrazioni lo hanno preso alla lettera con la nuova superstrada Novara-Vercelli. In questa opera, anacronistica, vengono realizzati 11 km di asfalto a 4 corsie utilizzando 50 milioni del piano Next Generation EU per collegare due capoluoghi di provincia già collegati da una strada statale, una autostrada e una ferrovia.

Onestamente, non si capisce perché questa politica non riesca a uscire da schemi vecchi ormai di 60 anni. Costruire strade per sviluppare un territorio poteva forse andare bene negli anni 60 ma non nella visione del 2030. Non è innovativa per le merci, che dovrebbero muoversi su rotaia per ridurre l’inquinamento atmosferico né è innovativa per le persone che necessitano di reti di telecomunicazione e mezzi di trasporto ecologici e a basso costo/impatto (metropolitane leggere) che colleghino aree vaste in tempi rapidi (le tratte locali che invece vengono regolarmente chiuse o tagliate).

A vincere la progettazione del primo lotto è stato il Gruppo Gavio[1], già concessionario dell’autostrada più cara d’Italia[2], la Torino-Milano, e quasi monopolista delle autostrade del Nord-ovest[3]. La visione è la solita. Costruire strade per poi colonizzare suolo fertile con logistiche, di cui il gruppo è anche socio azionista[4]. Consumare suolo per generare profitti nella illusione che questa frontiera sia spostabile avanti all’infinito.

A nostro parere il quadrante est del Piemonte non ha bisogno di questa infrastruttura e questo va detto chiaramente. Un conto è costruire delle bretelle per bypassare i paesi di Cameriano e Orfengo un altro è costruire un’opera nata vecchia sottraendo denari alla nuova generazione, un’opera che non ha nulla di innovativo ma che è soltanto l’elemento trainante per ulteriori consumi di suolo per i soliti scatoloni i vuoti. Riteniamo che si stia espropriando la nuova generazione del piano ad essa dedicato per il beneficio di pochi.

Il tutto manca di una visione lungimirante. Non considera che costruire una strada in uno dei luoghi con l’aria più inquinata d’Italia non porta alcun giovamento. Non considera che si comprometterebbe del suolo fertile. Dimentica totalmente la direzione verso un trasporto di merci green, su rotaia, ma fornisce solo una strada veloce e diretta per raccordare i magazzini di Vercelli a quelli di Novara, senza pagare pedaggio, o meglio facendolo pagare alle nuove generazioni nel pagamento dei bond emessi per la realizzazione e nella salute danneggiata (aumento emissioni e particolato). Il tutto mentre si è rimandato a data da destinarsi il raddoppio della linea ferroviaria Novara-Oleggio-Arona[5] che in teoria doveva essere propedeutico ai nuovi ampiamenti intermodali novaresi.

Quello che chiediamo alla cittadinanza è che si unisca attivamente alla nostra causa promuovendo da subito uno STOP AL CONSUMO DI SUOLO A NOVARA, in termini assoluti.

SALVIAMO PERNATE PER SALVARE NOVARA

 

[1] https://www.alessandriaoggi.info/sito/2022/10/26/gavio-fara-la-nuova-superstrada-vercelli-novara/

[2] https://www.ilsole24ore.com/art/autostrade-torino-milano-record-rincari-AECtZhuC
https://www.sicurauto.it/news/attualita-e-curiosita/aumento-autostrade-2023-ecco-dove-si-paga-di-piu/

[3] https://www.startmag.it/smartcity/gruppo-gavio/

[4] https://www.gruppoautospedg.com/

[5] https://www.trasportoeuropa.it/notizie/ferrovia/rinviato-il-raddoppio-della-ferrovia-novara-arona/

 

 

COMUNICATO DELL' 11 02 2023

DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

 

A carnevale è tipico indossare costumi e maschere. Esse permettono alle persone di mettere da parte la loro individualità quotidiana[1] per provare a essere qualcosa di diverso. Forte di una laurea in lettere conseguita fuoricorso, una esperienza professionale da vigile urbano, ispettore finanziario e da amministrativo nella ASL (riassumiamo per brevità ma il suo cv è disponibile online[2]) il Dott. Mattiuz, impersonante il ruolo di assessore all’urbanistica, oggi in una breve intervista su quotidiano La Stampa sale in cattedra per illustrarci la sua visione dell’urbanistica e delle norme ad essa legate.

Andiamo ad analizzarle.

Egli afferma che nell’area T3b era previsto uno sviluppo intermodale espressamente dedicato a C.I.M. Spa da Piano Regolatore Generale (dopo PRGC). È vero. Sbaglia, a nostro avviso, quando sostiene che il progetto di Develog 4 sia coerente con l’intermodalità. Il termine intermodale indica una particolare tipologia di trasporto. Si parla, infatti, di “trasporto intermodale" quando vi è l'utilizzo combinato di differenti mezzi di trasporto. Esempi di trasporto intermodale merci sono: camion + nave; camion + treno[3]. È evidente che i capannoni proposti da Develog 4 non effettuino intermodalità ma solamente rottura di carico.

È altresì evidente che il piano strategico proposto e approvato senza discussione partecipata sia un mostro bicefalo. Chiunque lo legga vede due piani distinti e separati: da una parte quello di CIM spa che intende costruire un parcheggio per camion a ovest della tangenziale (non capiamo perché esattamente lì e non attiguamente ai magazzini M3 e M4, ma questa è un’altra storia); e a est quello di Develog 4 che prevede su Pernate di realizzare capannoni munendosi di esproprio per poi rivenderli a finanziarie che li riaffitteranno al metro quadro. Chiunque noterebbe come il secondo piano non persegua gli obiettivi previsti un tempo dal PRGC del binario da 750 metri già risolto da CIM nel boschetto. Motivo per cui ci sentiamo di dissentire con l’assessore quando ci afferma che l’insediamento è coerente. A nostro avviso il primo piano funge da cavallo di Troia (definito per appunto sviluppo trainante nel piano strategico) per rendere possibile a est qualcosa che altrimenti non lo sarebbe e per regalare loro anche la facoltà di espropriare. Riteniamo, vista la incoerenza del progetto, che sarebbe stato meglio perseguire la strada della variante sostanziale con tutti i passaggi che sono previsti dalla legge. Perché questa forzatura e perché tutta questa fretta, per il più grande polo di Novara, assessore?

L’assessore ci diletta poi con una impossibilità presunta nel modificare il PRGC stando “alla legge”. Consigliamo a lui un testo, scritto da Matilde Casa (Sindaco di Lauriano) e Paolo Pileri (Professore Ordinario di Urbanistica al Polimi) che racconta proprio come sia stato possibile, a Lauriano, modificare il PRGC e riportare agricole delle aree edificabili per cessata necessità evidente[4] anche senza il consenso espresso dei proprietari.

Vogliamo fare chiarezza sul numero dei proprietari intenzionati a vendere. Rimarchiamo ancora come ci stupisca ogni volta il fatto che esponenti della giunta siano sempre così puntualmente aggiornati su fatti inerenti atti privati. In seconda battuta ci spiace smentire: i compromessi registrati sono scaduti (anche considerata la proroga di 6 mesi) al 31 gennaio 2023 (le coincidenze…) e molti di quelli che avevano firmato (che comunque erano meno di 95 e la cui superficie rasentava le soglie) ora stanno ridiscutendo e rivalutandone l’opportunità. Servirebbe più chiarezza e meno faziosità.

Rimanendo sul PRGC vorremmo ricordare all’assessore che nel 2019 scadeva il termine previsto dalla Regione Piemonte per aggiornare il suddetto strumento al Piano Paesaggistico Regionale.

Cosa sta aspettando Assessore, che passi Godot? Perché questa inadempienza nel secondo comune del Piemonte, afflitto da questo abnorme consumo di suolo? (si assessore, anche questo è consumo di suolo[5]).

Temiamo che l’indirizzo di questa giunta sia quello di affrettarsi a far scappare i buoi, per poi piangere lacrime di coccodrillo chiudendo la stalla. Abbiamo un PRGC vecchio, scaduto e da riformare che ha valore quando propone cementificazioni ma non ne ha quando parla di assetto idrogeologico. Vogliamo ricordare all’ex vigile come una perizia del tribunale di Novara stabilisca che sotto ai ponti di CIM non passi la portata centennale (direttiva PAI) a causa anche di una realizzazione difforme al progetto. Andrebbe quindi rivalutato il piano di bacino del torrente e sistemato il vulnus con opere (scolmatore?) già previste nel PRGC e certamente migliorabili ma non dimenticabili o derogabili. Cementificare 80 ha non aiuta, a ridurre il rischio a nostro umile avviso. Dovremmo fermarci e sistemare, prima.

L’intervista volge poi al surreale quando viene portata la nobile notizia di avere a bordo un ingegnere ambientale al soldo dello studio che cementificherà. Memori della impreparazione e della superficialità evidenziata da ARPA nelle conferenze dei servizi inerenti la realizzazione di Cameri (leggasi comunicati precedenti) ci sentiamo di affermare che no, non siamo rassicurati. Timeo danaos et dona ferentes!

Gli ultimi due punti, svelati dall’Assessore, sono musica per le nostre orecchie. Non ci sarà impatto sul suolo perché saranno impiegate strutture smontabili e materiali certificati.

Ora, tutti i materiali impiegati nell’edilizia devono essere provvisti di relativo certificato e questo lo impone la norma UE 305/2011. Non capiamo se l’assessore stesse leggendo la brochure del costruttore o se non fosse a conoscenza della norma ma, in spirito di servizio, teniamo a informare che certificare i materiali non è un plus ma un requisito di legge.

Per quanto riguarda la smontabilità dei manufatti, non abbiamo più parole ma ci riproviamo. Primo, il fatto che le strutture siano smontabili non significa che non si stiano occupando e sottraendo suolo. Secondo, assodato che i prefabbricati siano per definizione smontabili, le opere di infrastrutturazione (riempimenti, strade, fogne, servizi) sono opere permanenti. Ripristinare a campo coltivato un capannone è qualcosa di costosissimo e molto complesso. Forse i proprietari dei capannoni potranno andarsene portandosi via pure le colonne e le tamponature ma ci lasceranno qua con opere inutili destinate a degrado e abbandono.

Quello che suggeriamo, alla giunta e al consiglio, è di fermare questo scempio prima che accada. Una moratoria che sospenda ogni consumo di suolo per logistiche fintanto che non si sia recepito il Piano Paesaggistico e tutte le normative ambientali più recenti.

 

Siamo ancora in tempo, il carnevale dura poco.

 

Comitato Per Pernate

 

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Carnevale

[2] https://www.comune.novara.it/it/amministrazione/amministrazione-trasparente/pdf/2017organiPolitici/cvMattiuz2017.pdf

[3]http://mobilita.regione.puglia.it/index.php/component/k2/itemlist/category/56#:~:text=Il%20termine%20indica%20una%20particolare,%2B%20nave%3B%20camion%20%2B%20treno.

[4] IL SUOLO SOPRA TUTTO Casa Matilde; Pileri Paolo Editore: Altreconomia

[5] https://www.lavocedinovara.com/cronaca/legambiente-su-pernate-il-consumo-di-suolo-ce-lo-dice-la-conferenza-dei-servizi/

 

 

COMUNICATO DEL 09 02 2023

CUI PRODEST?

 

Il comitato Per Pernate intende esporre alla cittadinanza alcune riflessioni in merito a un punto essenziale riguardante la politica di sviluppo portata avanti da queste amministrazioni locali.

 

A chi giova la logistica?

 

Non giova alla popolazione: se consideriamo i più moderni magazzini costruiti (facendo media tra Trecate, San Pietro e altre realtà locali), malgrado le certificazioni gold e platinum, constatiamo che, grazie alla automatizzazione, essi hanno un impego di personale di pari a 210 metri quadrati per occupato, dato in linea con la media nazionale del settore. Se tale numero viene paragonato con la media delle industrie novaresi il confronto è impietoso: nel manifatturiero abbiamo 40 metri quadri di suolo consumato per singolo lavoratore. Un consumo di suolo inferiore di più di 5 volte.

 

Non meno importante, come rilevato da un ricerca della LUIC[1] è che la logistica impiega solo il 13% di personale qualificato (white collar) al contrario dell’industria in cui tale valore supera abbondantemente il 20%. E ancora, i lavoratori solitamente sono impiegati da aziende esterne che prendono in appalto il servizio e spesso nel comparto rileviamo contenziosi sindacali, malaffare e sfruttamento[2],[3],[4],[5].

 

Non giova all’ambiente: abbiamo già fatto notare come realizzare grandi centri logistici alteri la permeazione delle acque e l’andamento delle falde acquifere (da cui attingiamo per l’acqua potabile N.d.R.). Abbiamo documentato che i centri logistici sono fonte di aumento di traffico parassita pesante su strade inadatte e già pericolose. È abbiamo già sottolineato come questi centri siano una fonte di inquinamento atmosferico luminoso e acustico. È interessante notare che essi modificano pesantemente il microclima circostante, andando a creare, attraverso i loro piazzali i loro capannoni, delle vere e proprie isole di calore (heat island)[6],[7]. Tale fenomeno è noto da diversi decenni e può arrivare a creare un aumento locale di temperatura dovuto alle pavimentazioni, e alle superfici assorbenti (anche le pannellature solari sui tetti dei grandi capannoni) anche di 10 e più gradi centigradi. Va fanno notare che già diversi studi correlano queste isole di calore con danni alla salute (principalmente malattie cardiovascolari e respiratorie dovute a temperatura aumentata e ozono) nella popolazione che vive[8] nei paraggi (ricordiamo che Pernate sarà a soli 80 metri dal più grande centro logistico di Novara, stando a quanto firmato dalla amministrazione Canelli.

 

Non giova al tessuto imprenditoriale e commerciale locale[9]: questi centri rendono più vantaggiose le merci estere e anche quelle consegnate a casa in delivery (Amazon e similari)[10] riducendo fortemente i costi di spedizione. L’indotto di commercio al dettaglio locale ne viene sempre danneggiato. Anche le eccellenze del territorio, agricole[11] in primis, ne vengono danneggiate andando a snaturare il landmark che le caratterizza e riducendo le loro risorse primarie (suolo e acqua) ai minimi termini.

 

Quindi, a chi giovano?

 

Agli speculatori e ai costruttori, in primis. Loro acquistano terreni a prezzi stracciati. Nel caso di Pernate saranno anche dotati (non si capisce perché) del diritto di esproprio, vale da dire della possibilità di acquistare a prezzo calmierato (tabella 2004 mai aggiornata) anche chi non vuole vendere. Gli stessi speculatori che poi, una volta realizzata l’infrastruttura, la rivenderanno immediatamente a prezzo di mercato lucrando sulla realizzazione infrastrutturale come già fatto a Trecate e a San Pietro Mosezzo, ad esempio (si parla di margini di profitto a doppia cifra). Roba da Unione Sovietica.

 

In ultimo giova alle grandi realtà finanziarie. A differenza dell’industria in cui l’impianto è quasi sempre di proprietà dell’azienda (perché è esso stesso parte integrante del know-how e garanzia intrinseca per il territorio della solidità dell’investimento e dell’occupazione) nella logistica questo non avviene mai. Perché, sebbene come sostenga il Sindaco, essa sia una parte della filiera produttiva (il delivery), essa non custodisce nessun valore aggiunto. Le logistiche sono solo scatole (alcuni dicono persino smontabili) la cui merce può essere impacchettata ovunque in un determinato raggio (la prova è vedere come prolificano in tutta la pianura padana).

Non stupisce quindi che i capannoni a Trecate non siano di Kering ma vengano passati da una realtà finanziaria all’altra. Banche, fondi assicurativi e similari non sono interessati alle ricadute occupazionali del territorio ma hanno bisogno di rendere solidi i loro asset (memori della crisi del 2008) e quindi investono nella proprietà immobiliare di questi grandi scatoloni vuoti. Ad esempio Trecate è stato ceduto a DWS (Gruppo Deutsche Bank) nel 2020 [12] e un’altra realtà logistica urbana novarese è recentemente stata acquistata da Allianz Real Estate[13][14][15]. Queste speculazioni immobiliari fatte sul luogo, da realtà finanziarie lontane non lasciano sperare sulla continuità e sulla responsabilità sociale e locale di chi esercita l’attività.

Confidiamo che questa amministrazione, anche sulla base della analisi di cui sopra, fatta per spirito di servizio, inverta la rotta e smetta di puntare solamente sulla logistica ma valorizzi l’agroalimentare, la manifattura, la ricerca e la chimica verde, vere eccellenze di Novara.

 

Comitato Per Pernate

 

[1]https://www.liucbs.it/wp-content/uploads/valoreLogistica.pdf

[2]https://www.repubblica.it/economia/2021/06/26/news/il_corteo_a_novara_gli_immigrati_della_logistica_e_la_protesta_in_nome_di_adil_qui_come_l_africa_un_secolo_fa_-307837219/

[3] https://www.trasportoeuropa.it/notizie/logistica/frode-fiscale-da-un-milione-e-mezzo-nella-logistica-pavese/

[4] https://tg24.sky.it/milano/2022/12/14/frode-fiscale-brt-geodis-milano

[5] https://www.fruitbookmagazine.it/caporalato-e-frode-fiscale-indagato-il-colosso-della-logistica-bartolini/

[6] Li Yang, Feng Qian, De-Xuan Song, Ke-Jia Zheng, Research on Urban Heat-Island Effect, Procedia Engineering,Volume 169,2016,Pages 11-18,ISSN 1877-7058,

[7] Global Warming and the Urban Heat Island Maria João Alcoforado & Henrique Andrade

[8]Heaviside, C., Macintyre, H. & Vardoulakis, S. The Urban Heat Island: Implications for Health in a Changing Environment. Curr Envir Health Rpt 4, 296–305 (2017). https://doi.org/10.1007/s40572-017-0150-3

[9] https://www.newsnovara.it/2023/02/01/leggi-notizia/argomenti/economia-12/articolo/il-2022-presenta-il-conto-della-crisi-in-piemonte-boom-di-chiusure-mentre-le-aperture-zoppicano-s-2.html

[10] https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2021/10/08/news/crisi-del-commercio-a-mestre-piccoli-negozi-in-ginocchio-e-amazon-il-nuovo-nemico-1.40788041

[11] https://www.ilpost.it/2022/05/12/espansione-logistica-pavia/

[12] https://bebeez.it/realestate/dws-acquista-il-polo-di-trecate-novara-da-logistics-capital-partners/

[13] https://bebeez.it/real-estate-2/allianz-real-estate-rileva-un-parco-logistico-build-to-suit-a-novara/

[14] https://www.monitorimmobiliare.it/logistica-cbre-con-allianz-re-nell-acquisizione-del-parco-bts-a-novara_20215131521

[15] https://www.supplychainitaly.it/2021/12/20/i-magazzini-sda-di-villorba-e-novara-passano-da-logiman-ad-allianz/

 

COMUNICATO DEL 07 02 2023

RIQUALIFICARE PRIMA DI OCCUPARE SUOLO AGRICOLO

 

Il comitato Per Pernate propone, in accordo con il Manifesto della Logistica, firmato nel 2021, una moratoria sul consumo delle aree agricole finché non si saranno riutilizzati tutti i ruderi abbandonati. Quello che vi proponiamo oggi è un recupero, preparato dallo studio The Blossom Avenue (già attivo nel novarese), dell’area ex Olcese.

L’area è di più di 60'000 m2 (leggermente meno di Cameri) è perfetta dal punto di vista strategico, grazie alla sua contiguità con lo scalo ferroviario del boschetto e la possibilità di riallacciare il binario in ingresso dedicato all’ex cotonificio.

Figura 1 Immagini Ex Olcese a),c), e) Copyright La Stampa, b), d), f) Copyright e courtesy of The Blossom Avenue[1]

Attualmente l’ex cotonificio versa in uno stato di abbandono e è un polo per criminalità e malaffare da diversi anni. Ciclicamente viene “ripulito” con diversi arresti di criminali e spacciatori e ciclicamente torna a diventare polo di spaccio e malaffare, come lo dimostrano gli articoli sotto.

Figura 2 Articoli che testimoniano la criticità esistente da tempo

È necessario e decoroso ridare uno scopo e riportare lavoro in questa fabbrica storica sia per il quartiere di Sant’Agabio che oggi più che mai è in crisi, che per Novara stessa, che non merita di avere tale degrado a pochi metri dalla stazione e dalla cupola. Non una bella vetrina della città.

Quello che proponiamo alla amministrazione comunale è adottare gli strumenti per rendere possibile questa realizzazione, ora. Pensiamo che se sia possibile per la giunta imporre un esproprio per terreni agricoli ad alto valore agronomico lo sia anche per riappropriarsi di un’area oggi in stato di abbandono e degrado che costa alla cittadinanza ad ogni sgombro diversi quattrini.

Confidiamo che questa giunta, che ha fatto della legalità e dell’ordine il suo cavallo di battaglia elettorale, sappia accogliere questo suggerimento e farsi parte attiva nel recupero di questo cancro nel centro della nostra Novara, prima di distruggere irreversibilmente, altro suolo fertile.

Comitato Per Pernate

 

[1] https://www.lastampa.it/novara/2017/04/15/news/viaggio-tra-i-ruderi-dell-ex-olcese-un-motel-clandestino-tra-i-rifiuti-1.34618289/ e https://www.theblossomavenue.com/2022/novara-olcese

 

 

COMUNICATO DEL 05 02 2023

SALVIAMO PERNATE, SALVIAMO NOVARA

 

Non hanno idea di quello che fanno, nella migliore delle ipotesi. Creare un centro logistico delle dimensioni complessive di 80 ettari a meno di 80 metri da un paese più piccolo dello stesso centro (77 ettari) è una scelta inconcepibile che segnerà inesorabilmente il destino della nostra frazione. Una Comunità che viene condannata a morte per lasciare posto a capannoni che sostituiranno completamente l’attuale visuale delle montagne con un muro in cemento di 1 km colorato forse di verde.

La provincia di Novara sta per diventare il più grande ecomostro d’Italia e la frazione di Pernate l’agnello sacrificale su questo presunto sviluppo.

Trecate, Cameri, Corso Vercelli, Casalino, Agognate, Biandrate (di cui sembra l’amministrazione fosse all’oscuro fino all’ultimo) e ora anche Pernate. E poi ci sarà il lotto b di Trecate e poi quello di Agognate e via discorrendo fino a quando non avremo esaurito ogni centimetro quadrato di terreno ricoprendolo di cemento.

Alcuni esperti dicono che si arriverà complessivamente nella provincia a dieci milioni di metri quadrati, un numero difficile da immaginare. Enorme se pensiamo che l’intera area urbanizzata della città di Novara, periferia compresa, si estende ad oggi per poco più di 15 milioni di metri quadrati. Quasi una seconda città dedicata al magazzinaggio creando forse un migliaio di posti di lavoro. L’attuale amministrazione avalla le richieste di Develog4 e sceglie la strada più breve e meno democratica per arrivare al punto. Evita, legalmente, il dibattito in Consiglio Comunale e passa a una più diretta ma per nulla partecipata Delibera di Giunta.

È assurdo pensare che un Piano Regolatore a tutti gli effetti decaduto (risale al lontano 2008) che si è rivelato fallimentare in tutte le sue previsioni[1] possa determinare le scelte odierne senza contraddittorio. Pensare che oggi si stravolgano ottocentomila metri quadrati di suolo agricolo ad alto valore agronomico (20 volte il Parco dei Bambini e dell’Allea), senza nemmeno passare dal Consiglio Comunale, senza ascoltare le commissioni e i cittadini, evitando confronti e dibattiti, è indecoroso.

La giunta si limita a una seduta lampo di ratifica unanime[2]. Perché tutta questa fretta?

Gli sviluppatori che oggi sono a Pernate ieri erano a Trecate e gli stessi architetti di Cameri sono ora qua proporre questo scempio colorato di verde. Ci chiediamo: se Novara come dice il sindaco, attrae investitori per ogni dove per la sua unica posizione, perché poi abbiamo a che fare sempre con gli stessi figuri? Riguardo alla loro attenzione per l’ambiente prendiamo come esempio i verbali delle conferenze dei servizi per la VAS camerese. Si osserva come ARPA abbia più volte criticato l’approccio semplicistico e superficiale dello studio di progettazione arrivando in conclusione ad affermare: “In assenza degli approfondimenti richiesti si ritiene che non sia dimostrabile la sostenibilità del piano in esame”. Volete sapere come è finita? Gli approfondimenti non sono mai stati mai forniti. La VAS è stata approvata e ARPA è stata ignorata, un ottimo inizio.

Gli stessi sviluppatori di Pernate oggi sono quelli che ieri a Trecate si sono dimenticati di realizzare i 5 ettari di bosco promesso (là lo chiamavano quinta boscata e qua bastione verde), e hanno poi preferito pagare un’esigua multa alla forestale di 30 mila euro e rotti. Come potremmo oggi affidarci sereni a questi soggetti, memori di quanto successo? Abbiamo appena finito di notare come nello sviluppare Cameri i costruttori abbiano iniziato a sbancare ghiaia a diversi metri di profondità un mese e mezzo prima che la VAS fosse approvata[3]. Viene da pensare che per loro sia prioritario il rispetto del cronoprogramma, prima che quello per l’ambiente ed i cittadini.

Al Sindaco vogliamo poi ricordare che aveva promesso ai Pernatesi uno studio di bacino con l’Università di Pavia per mettere in sicurezza il Torrente Terdoppio prima di pensare a qualsiasi nuovo sviluppo. Ora però avvia la cementificazione di 80 ettari, dimenticandosi delle promesse fatte. Senza aver risolto quel piccolissimo e trascurabile problema: la portata di piena massima (centennale) del Terdoppio ad oggi non può essere contenuta nell’alveo del torrente, e non passa attraverso gli attuali ponti ferroviari di CIM SpA[4].

Il rischio, causato in passato e aggravato ora, ricadrà in ultimo sui cittadini della frazione, che ne faranno le spese e vedranno i loro beni immobiliari svalutarsi. Questa cementificazione selvaggia andrà ad aggravare un reticolo irriguo già compromesso, scaricando verso il paese tutto ciò che le sette pozzanghere disegnate non riusciranno a contenere. Quelli che vengono dipinti come laghetti sono, semplificando, bacini di raccolta a cielo aperto dove vengono convogliate le acque di piazzale e di prima pioggia per essere disperse. Per alcuni mesi l’anno ipotizziamo che siano in secca melmosa e in altri pieni, pronti a offrire un soggiorno sicuro a nutrie e altri animali nocivi, il tutto a meno di cento metri dalle abitazioni di Pernate.

Permetteteci di dissentire sul concetto di smontabilità enunciato dagli sviluppatori. A meno che essi non si intendano stoccare la merce nei Teepee degli indiani Apache, un insediamento logistico non si riduce solo ai prefabbricati (per definizione smontabili, n.d.r.) ma consta anche dei riempimenti fatti per portare a livello (inerti o ghiaia che alterano l’orizzonte del suolo), delle strade, dei parcheggi e dei piazzali, delle infrastrutture posate (tubazioni sotterranee per acqua, energia, fognature etc.).Tutte belle cose non esattamente smontabili con semplicità e economicità.

Permetteteci, in ultimo, di protestare anche contro l’iter di pianificazione riportato nell’accordo di programma, che prevede esplicitamente l’esproprio per pubblica utilità. Non capiamo, in riferimento a quanto riportato nello stesso documento (affitto capannoni a 48 €/m2), come si possa configurare nell’area T3b la pubblica utilità in questo tipo di esercizio. Non riteniamo che dotare questo particolare sviluppatore privato del benefit di poter espropriare anche chi non vuol vendere pagando a tutti un vantaggioso prezzo tabellare sia giusto ed equo verso altri sviluppatori che altrove hanno acquistato i terreni a prezzo di mercato per realizzare la loro del tutto analoga attività imprenditoriale.

Riassumendo, il Comitato esprime la sua forte contrarietà per le tragiche ricadute ambientali, con particolare riferimento a salute, sicurezza, viabilità, disagio, riduzione del valore degli immobili e conseguente decadenza della frazione. Quindi, esorta la cittadinanza, le opposizioni politiche e le associazioni ambientaliste a unirsi a questa protesta attraverso azioni di sensibilizzazione e di manifestazione pacifica e civile del dissenso al fine di far rinsavire i decisori prima che sia troppo tardi.

Adesso o mai più!!!

 

[1] Novara 150'000 abitanti? Anche considerando le illazioni del Sindaco si ha una sostanziale stagnazione con una variazione demografica dello 0.2%, e si, ci sono case sfitte, e molte che sono in sfratto da morosità, non necessariamente un indice di salute e prosperità, Alessandro

[2] Delibera di Giunta n. 00051/2023

[3] Non facciamoci abbindolare da opache certificazioni anglosassoni GOLD o PLATINUM, pretendiamo piuttosto il rispetto scrupoloso delle leggi dello Stato.

[4] Essi sono stati costruiti pensando che la diga per la derivazione della Roggia Mora fosse demolita. Poi in itinere con i nuovi studi la diga è rimasta e è stato pensato un diversivo di piena (scolmatore) che però ormai sembra essere solamente un disegno sul PRG. Il problema del torrente però rimane aperto, con il rischio che ne consegue.

 

 

COMUNICATO DEL 12 12 2022

Una città che affonda

 

Che Novara non stia crescendo è ormai sotto gli occhi di tutti. Se alcune città della sua stessa taglia hanno saputo collocarsi e darsi una vocazione sembra che questo capoluogo si stia impegnando per mancare ogni appuntamento e scegliere, inesorabilmente, la strada sbagliata.

La prova di questa calata, e non bastano i Babbi natale acrobati del Comune ad attutirla, è la classifica del Sole 24 Ore uscita oggi, 12 Dicembre. Gli indicatori sono freddi e fotografano una città che nella nebbia sembra essersi persa.

Perde 6 posizioni nella sezione Affari e Lavoro, interessante se si pensa che quello dei nuovi posti di lavoro è stato un cavallo di battaglia della presente amministrazione. Posti di lavoro vuoti però, fatti di nuovi poveri-lavoratori (sic!) che arrivano con il treno la mattina e percorrono strade statali con monopattini per raggiungere le loro logistiche che non pagano loro nemmeno le navette del servizio pubblico comunale (e di questo si dovrebbe discutere!).

Perde nella cultura perché non sa valorizzare ciò che ha, l’Università del Piemonte Orientale e le sue facoltà scientifiche e umanistiche. Cultura non significa restaurare o meno le mura di un castello ma valorizzare la città con un palinsesto teatrale e museale degno della seconda città del Piemonte. Non pervenuti.

Ma è su Ambiente e Servizi che si consuma una vera ecatombe. Perde ben 18 posizioni. Un territorio che dimentica l’ambiente per insignirsi del titolo di prima città per consumo di suolo in Piemonte (e sesta in Italia) non dovrebbe meravigliarsi di essere 97 su 107 per clima. A Novara la temperatura media è aumentata di 2.44 gradi rispetto al 1958 ma si continua a erodere suolo agricolo e a cementificare aree ad alto valore agronomico per creare insediamenti logistici e piazzali per camion ignorando che tale scempio contribuisce alla creazione di vere e proprie heat islands che danneggiano in prima battuta chi questo ambiente lo vive.

Il traffico su gomma creato poi va a contribuire all’inquinamento e alla pericolosità delle nostre strade, da anni dimentiche di manutenzioni ordinarie. Una città fossilizzata nel mito della Lisbona-Kiev AV (quanto mai anacronistica), che sogna infrastrutture faraoniche ma che non è in grado di governare l’attualità, che non riesce a manutenere i suoi ponti e i suoi cavalcavia, che non ha un piano sensato di mobilità sostenibile.

Una città come Novara merita di meglio, merita di fermarsi e di ripartire dai suoi punti di forza. Merita una grande manutenzione delle sue arterie viarie e dei suoi ponti, merita una valorizzazione nel PRGC del suo vero asset, la chimica verde, come non ci stancheremo di ripetere. E merita che si fermi prima di tutto con una moratoria il consumo di suolo. Perché non è un futuro sostenibile quello che stiamo passando alle nostre generazioni. Distruggendo il nostro ambiente non per ciò che crea valore ma per ciò che gli altri non vogliono. Perché la verità sulla logistica Novarese, non raccordata, non intelligente, non ecologica, è che a Novara 1 m2 di terreno agricolo costa meno rispetto che in Lombardia e che per di più le normative edificatorie sono meno stringenti.

Novara merita di meglio, per il suo futuro. E questo meglio parte da un cambiamento di rotta che deve attuare ora, prima che sia inarrestabile la sua trasformazione a periferia degradata satellite di una metropoli.

 

 

 

COMUNICATO DEL 10 09 2022

Questo non è un territorio per l’agricoltura e l’ambiente

 

Che il Novarese sia da tempo nel mirino della logistica ormai è cosa nota. Da qualche anno sviluppatori di ogni sorta si propongono in questo territorio attirati, più che dalle infrastrutture (manca il collegamento AV/AC e il passante merci non sembra partire) o dalla posizione, dal basso costo dei territori e dalla prostrazione delle amministrazioni locali che non intendono considerare il problema del consumo di suolo come una emergenza ma si accontentano di incassare modesti oneri edificatori come boccata di ossigeno per casse semivuote.

Quello che salta all’occhio, o meglio non salta all’occhio, è la scarsa o nulla propensione alla tutela e valorizzazione del comparto agroalimentare, specie in un momento così critico come quello della siccità senza precedenti sofferta nella presente annata. Succede quindi che la Regione ha informato tutti i comuni del Piemonte il 19 agosto scorso della possibilità fornita agli imprenditori agricoli di denunciare i danni da siccità invitando tali comuni a farsi collettori di tali evidenze. Nello stesso documento la stessa Regione esortava le amministrazioni locali a dare ampia pubblicità sia sugli albi pretori che sui siti istituzionali o sulla stampa locale. Se comuni attivi nel comparto agroalimentare come Cuneo, Romentino, Cameri hanno pubblicato nella loro home questa notizia con tanto di link, Novara tace. Essa si limita al minimo sindacale riportando sull’albo pretorio (che non tutti seguono e consultano) in data 24 agosto il documento e in data 8 settembre la sua proroga a data da destinarsi. Non una parola del Sindaco o dell’assessore alle attività produttive e agricole (che non c’è) in un periodo di forte criticità per il comparto.

Nel mentre però osserviamo una profusa attenzione data alla possibilità di costruire l’ennesimo centro logistico in Cameri (ma molto più vicino a Novara) nelle vicinanze del nuovo lotto della tangenziale. Verrebbe da pensare che questo è il solo futuro che i nostri amministratori immaginano per questa provincia e che ogni cosa che non sia movimentazione di merci su gomma sia di intralcio.

Sul costruito poi, anche l’attenzione al rispetto delle regole e degli impegni presi è minima. Il polo logistico di Trecate, in accordo con la relazione tecnica del costruttore, LCP DC2 Srl depositata presso il Comune, avrebbe dovuto piantumare nell’area di realizzazione logistica ben 5 ettari di bosco per mitigare l’impatto ambientale in corrispondenza con la Strada Moneta, individuata dagli stessi e dalla Sovrintendenza come un percorso naturalistico da tutelare per cui fosse necessario perseguire l’obiettivo di schermare la vista, mitigare gli impatti (rumore e polveri) e ridurre al minimo le esigenze manutentive creando un popolamento arboreo molto fitto senza soluzione di continuità. A tre anni di distanza la stessa amministrazione comunale che non ha vigilato sulla esecuzione di tali mitigazioni (ricordiamo la multa al colosso da parte della forestale di ben 32000 euro per la mancata esecuzione degli interventi compensativi previsti per la trasformazione del bosco) sembra accettare di buon grado la vettorializzazione proposta dalla società logistica della compensazione nel parco del Ticino. Appare senza logica permettere a tale imprenditore di danneggiare un percorso naturalistico da che dovrebbe essere tutelato e poi accondiscendere sulla ripiantumazione di aree già boscate: non vi è compensazione ma solo danno, per l’ambiente e per i cittadini.

Temiamo che se tale modus operandi si espanda anche i cittadini di Pernate si troveranno a vivere di fianco a un ecomostro con la beffa di avere compensazioni ambientali spostate magari sulla agogna a chilometri di distanza.

Tutto questo appare agli occhi del Comitato Per Pernate miope e potenzialmente esplosivo. Novara, Trecate e San Pietro Mosezzo rappresentano il podio del consumo di suolo piemontese e la capolista è anche sesta a livello nazionale per consumo, non di certo un piazzamento di cui vantarsi. Integriamo questa informazione con quella fornita dalla European Data Journalism Net che analizzando dati della missione Copernicus di Esa ha rilevato come nel novarese la temperatura sia aumentata di 2.44 gradi rispetto al 1958 contro una media regionale di 1.86. A nostro avviso perseverare nella cementificazione di vaste aree come quelle per insediamenti logistici (pertanto con modesti impatti di occupati per m2) è senza ombra di dubbio la strada per rendere peggiore il clima dei nostri territori. Senza considerare che tali insediamenti impermeabilizzano vaste aree di aree seminative irrigue (a volte persino aree di esondazione) alterando il profilo di scorrimento dell’acqua superficiale e di falda e quindi andando ad aumentare sia la siccità che la criticità nella gestione del deflusso durante eventi estremi (attraverso l’azzeramento dell’assorbimento del terreno cementificato).

L’appello del Comitato è per una moratoria sui nuovi insediamenti logistici nell’area per evitare di compromettere in maniera irreversibile e parallelamente ripensare collettivamente le direttrici di sviluppo puntando sulle vere eccellenze che ha questo territorio: la chimica verde, l’agroalimentare, la meccanica di precisione, l’aerospazio e la ricerca universitaria e industriale.

 

 

 

COMUNICATO DEL 13 03 2021

Chiare fresche e dolci acque…

 

Il rapporto dell’uomo con l’acqua è sempre stato biunivoco, e il recente cambiamento climatico lo sta sottolineando sempre più. Senza disponibilità di acqua di buona qualità non sono sostenibili insediamenti umani, coltivazioni e attività produttive. L’acqua è un bene prezioso e come tale andrebbe trattato, scrupolosamente e con rispetto, anche perché è spesso vettore di disastri agli insediamenti umani (alluvioni, dissesti eccetera). Questo articolo vuole porre l’accento su quanto poco vengono considerate le risorse idriche nel comune di Novara, presentando due esempi raccolti recentemente dal Comitato per Pernate.

Il primo esempio riguarda la vasca di trattamento delle acque di prima pioggia dell’insediamento logistico CIM S.p.A. Il Comitato è attivo con segnalazioni circa il malfunzionamento di questo impianto sin dal 2006. Nel presente anno in particolare sono state effettuate due segnalazioni; la prima il 2 Gennaio che riportava come l’impianto di trattamento acque meteoriche dell’insediamento CIM S.p.A. stesse immettendo nel torrente Terdoppio, acque reflue di seconda pioggia potenzialmente inquinanti, vedi Figura 1 (Scarico in Terdoppio con Serranda di deflusso diretto aperta, evidenti tracce di idrocarburi in superfice).

Successivamente a questa segnalazione è stato inserito (dopo più di 15 anni) un livello-stato che apre e chiude autonomamente la serranda di scarico diretto in Terdoppio (2° pioggia) evitando quindi pericolosi sversamenti. La seconda segnalazione invece è stata effettuata in data 6 marzo e ha avuto come obiettivo l’inefficacia effettiva del sistema di depurazione: si è verificato infatti, a valle di un evento piovoso che la filtrazione delle acque di prima pioggia non fosse visibilmente efficace, come riportato in Figura 2 (Scarico diretto in Terdoppio post depurazione).

Il secondo esempio di maltrattamento delle acque nel nostro comune riguarda le acque nere da fognatura civile. Sempre nel comune di Pernate si è segnalato alle autorità competenti come la stazione di pompaggio verso il depuratore abbia uno scarico in un fontanile agricolo completamente abusivo (non autorizzato dal consorzio irriguo del fontanile). Tale scarico funge da sfogo naturale del pompaggio quando le griglie di filtrazione sono intasate e quando gli eventi piovosi aumentano la portata da smaltire. Questo grave fatto si verifica ogniqualvolta si abbiano piogge persistenti superiori alle 12 ore e costituisce un grave danno in quanto rende tale fontanile a tutti gli effetti una fogna a cielo aperto con miasmi e quant'altro. Tale evenienza è ancor più dannosa se consideriamo che tali acque in primavera sono utilizzate per l'irrigazione delle risaie nella loro totalità. La segnalazione, inviata alle autorità competenti in data 7 febbraio non ha ancora trovato risposta né soluzione.

In questo contesto di degrado e incuria delle acque suonano vuote le parole del PIANO PER LA LOGISTICA SOSTENIBILE NOVARESE che richiede un utilizzo più efficiente delle acque meteoriche in ottica di integrazione con le reti irrigue agricole e intravede nella prima falda una disponibilità di risorse idriche per usi industriali (lavaggi etc). Sarebbe auspicabile che prima di stendere piani per nuove logistiche green l’amministrazione di preoccupasse di risolvere i macroscopici problemi attuali facendo rispettare le leggi vigenti soprattutto in tema di inquinamento ambientale.

Lo stesso piano con una semplificazione disarmante prevede la “realizzazione di aree verdi con laghetti aventi anche la funzione di bacini di laminazione [..] coniuga il miglioramento della qualità ambientale con la tutela del territorio da eventi alluvionali”. In mancanza di uno studio di bacino del Torrente in oggetto (Terdoppio) è sconsiderato prevedere dei laghetti con dubbie finalità (palliative?) senza aver stimato prima la pericolosità dell’evento di piena e le effettive portate di tale evento.

L’acqua, ricordiamo, è sempre stata una risorsa ma anche un flagello. Andrebbe trattata con rispetto prima di tutto.

Figura 3 Scarico diretto fognatura nera in fontanile (Via Molini Pernate)